Le intossicazioni dovute al consumo di funghi non commestibili rappresentano un tema di grande rilevanza per le istituzioni sanitarie, nonché un grave pericolo per la popolazione. All’argomento è dedicato il convegno che si svolge venerdì 17 aprile 2015 a Lamezia.
L’evento è promosso dal Servizio di veterinaria e igiene degli alimenti della Regione Calabria, con i funzionari Pasquale Turno quale responsabile dell’organizzazione del workshop e Dario Macchioni per la direzione scientifica, assieme alla Confederazione dei Gruppi Micologici Calabresi e alla Associazione Micologica Bresadola.
Il fenomeno è monitorato con grande attenzione. La sola Calabria ha registrato nell’ultimo triennio 3 decessi dovuti al consumo di funghi raccolti da cercatori occasionali. Una statistica che conferma il preoccupante trend dell’ultimo decennio, durante il quale nella Regione si sono verificati 24 episodi di intossicazione da funghi, in 9 casi particolarmente gravi, con 5 decessi e 4 trapianti di fegato.
Con l’obiettivo di invertire la tendenza, il workshop unisce i principali attori della rete di sorveglianza e intervento. Una visione a 360 gradi delle azioni necessarie per realizzare la “One Health“, ovvero l’approccio integrato alla tutela della salute, esposta nel corso dell’evento da Silvio Borrello, direttore generale del ministero della Salute.
Nella giornata di lavoro e nella tavola rotonda moderata da Dario Dongo, avvocato esperto di diritto alimentare e fondatore di Great Italian Food Trade, sono affrontati tutti i nodi della rete che deve essere dispiegata per proteggere la popolazione dal rischio di avvelenamento da funghi. Come informare correttamente la popolazione sui rischi correlati ai funghi tossici, quali l’Amanita phalloides (nella foto) e specie similari, illustrate nel corso dell’evento dal micologo Claudio Berna, responsabile dell’Ispettorato micologico della Asl di Frosinone. E ancora, quale percorso diagnostico terapeutico approntare in caso di intossicazione – come spiegato da Francesca Assisi, medico del Centro antiveleno di Milano, che porta a Lamezia i dati del fenomeno – e come ottimizzare la sinergia degli operatori a vario titolo coinvolti nella gestione delle emergenze. Una visione globale del fenomeno, insomma, accompagnata dalla presentazione di case-report, che illustrano anche i costi sanitari degli interventi e dei trapianti: danni collaterali che si sommano alle gravi conseguenze patite dai singoli individui, ingannati da una fiducia mal riposta nella capacità di selezionare le specie di funghi commestibili.