Parmigiano Reggiano DOP e formaggi similari, l’effetto Report

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Il 3 gennaio 2022 un servizio di Report Rai Tre ha messo in luce la contraddizione dei formaggi similari al Parmigiano Reggiano DOP prodotti nel caseificio del presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli.

L’inchiesta ha costretto Coldiretti – di cui Nicola Bertinelli è vicepresidente nazionale, oltreché presidente regionale e provinciale – a fare un po’ d’ordine, finalmente. A un anno di distanza, ecco la storia degli eventi e l’effetto Report. #VanghePulite.

1) Il re dei formaggi, due secoli di lotta alle contraffazioni

Il re dei formaggi è protagonista di almeno due secoli di lotta alle contraffazioni e imitazioni. Non solo all’estero (1,2), ma ancor prima in Italia. La cronologia a seguire.

  • 1834. Il governo dell’ex-Regno Lombardo-Veneto estese la produzione del primo contendente del Parmigiano Reggiano – il formaggio Grana, a sua volta tipico di un’area ristretta (Milano, Lodi, Pavia) – a tutti i suoi territori. E premiò lo scienziato Luigi Cattaneo per aver identificato un additivo (allora la ‘magnesia’) quale soluzione per evitare il rigonfiamento del Grana Padano nella fase di stagionatura. (2) Una vera bestemmia per il Parmigiano Reggiano, ove l’impiego di additivi alimentari è stato sempre vietato. (3)
  • 1897. Il Tribunale di Lodi condannò un grossista di Verona per avere venduto come ‘parmigiano’ un formaggio ‘lodigiano’ la cui qualità si distingue ‘come una pera dalla mela’. Le Camere di Commercio iniziano così a distinguere i diversi formaggi.
  • 1928-1934. I produttori del Parmigiano autentico – prodotto da mille anni in un territorio ben delimitato, con soli latte, caglio e sale – costituirono il Consorzio Volontario del Parmigiano Reggiano, progenitore dell’attuale Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano DOP.
  • 1939. La legge n. 396 chiarì che il Parmigiano-Reggiano è soltanto quello prodotto nelle province di Reggio, Parma, e Modena, Mantova destra Po e Bologna sinistra Reno. Il Decreto Ministeriale 16 maggio 1941 chiarisce che i formaggi prodotti al di fuori di tale zona non possono venire presentati come Parmigiano Reggiano.
  • 1955. Il DPR 1269 estese la protezione dei formaggi tipici al Grana padano (nonché a fontina, gorgonzola, pecorino romano e siciliano). Si affinarono i criteri di analisi per prevenire e contrastare le frodi, anche mediante ricerca di additivi conservanti (sempre rigorosamente vietati nel Parmigiano Reggiano).

2) Tempi moderni. L’epopea dei formaggi ‘similari’

La Politica Agricola Comune ha favorito con generosità l’espansione commerciale dei formaggi italiani DOP sul mercato globale, al punto che il Grana Padano ha raggiunto la leadership assoluta sulle vendite e il Parmigiano Reggiano è riuscito a mantenere un valore distintivo. Oltreché meglio distribuito tra allevatori e caseifici, grazie al diverso sistema di gestione delle (pur discutibili) quote di produzione. (5)

I grandi caseifici però – dopo aver deciso di derogare alla libera concorrenza per imporre ai Consorzi la fissazione di quote produttive, da essi stessi gestite come titoli azionari e rendite di posizione (5) – non sono stati in grado di rispondere alla domanda internazionale in crescita di formaggi italiani a pasta dura. Essi stessi hanno così iniziato a produrre i formaggi ‘similari’ ai rispettivi Parmigiano Reggiano DOP e Grana Padano DOP. Forme dello stesso formaggio ma non marchiate o formaggi simili in forme e dimensione uguali a quelle delle due DOP.

I consumatori si trovano spesso così di fronte a tagli di formaggi pressoché identici agli originali, esposti sui banchi di vendita accanto al Parmigiano Reggiano e al Grana Padano veri. Magari anche prodotti all’estero, come nel caso di un formaggio simil-grana, Italian sounding ma Made in Hungary, a suo tempo denunciato su questo sito. (6) Grazie all’opera degli stessi colossi che magari partecipano addirittura a entrambi i Consorzi.

2.1) Parmigiano Reggiano DOP e formaggi similari, divieto di conflitti d’interessi per i membri del CdA

Nel 2005 il Consorzio del Parmigiano Reggiano DOP introdusse il divieto assoluto di conflitti d’interessi per i membri del suo Consiglio di Amministrazione. Vale a dire il divieto, a pena di ineleggibilità e decadenza di rivestire analoghi incarichi nei Consorzi di prodotti concorrenti. Nonché:

a) lo svolgimento (sia in Italia che all’estero, sia personalmente che attraverso aziende riconducibili al candidato e/o consigliere eletto) ‘dell’attività di produzione di formaggi appartenenti alla stessa tipologia merceologica del Parmigiano-Reggiano e con questo comparabili e/o concorrenti,

b) la partecipazione in qualità di membro del Comitato Esecutivo o di organo equipollente ovvero di dirigente con funzioni manageriali in società, anche di capitali, sia di diritto italiano che straniero che abbiano, sia direttamente che attraverso società controllate, partecipate o collegate,  quale oggetto la produzione ovvero la commercializzazione di prodotti appartenenti alla stessa tipologia merceologica del Parmigiano-Reggiano e con questo comparabili e/o concorrenti ed il fatturato di questi ultimi prodotti rappresenti almeno 1/3 (un terzo) del fatturato aggregato di tali formaggi nelle società controllate, partecipate o collegate’ (statuto, articoli 27,37).

2.2) Grana Padano DOP e formaggi similari, restrizioni e limiti quantitativi

Nel 2018 il Consorzio del Grana Padano DOP ha a sua volta approvato una riforma statutaria che vieta ai membri del CdA la produzione diretta e indiretta di formaggi ‘bianchi’ (cioè non marchiati), sotto pena di decadenza. Introducendo altresì severi limiti alla loro commercializzazione, che non deve superare:

  • il 20% sul fatturato totale di Grana Padano, per i formaggi d’importazione, e
  • il 5% per i formaggi similari Made in Italy, da produrre in locali separati e con attrezzature diverse da quelle usate per produrre il Grana Padano DOP.

Tutti i membri del Consorzio devono rispettare queste regole per ottenere i contributi consortili (cioè i finanziamenti pubblici) all’export (Statuto, articolo 39).

3) Report, l’inchiesta 3 gennaio 2022

https://www.raiplay.it/video/2022/01/Che-Grana—Report-03012022-1ad2f708-6e74-4be3-8726-f7279ac2f994.html

Che Grana! Sigfrido Ranucci e Rosamaria Aquino. Report Rai Tre. 3.1.22

3.1) Formaggi similari degli associati al Consorzio Grana Padano. Made in Italy con latte straniero

Il 3 gennaio 2022 Rai Tre ha trasmesso un servizio di Report ove si mostra al confine Brennero il passaggio di camion con autocisterna, in arrivo dalla Germania, che trasportano latte diretto a vari caseifici italiani. Tra questi, alcuni produttori di Grana Padano. Il direttore generale del Consorzio ha peraltro spiegato che quel latte straniero non era destinato a produrre Grana Padano DOP, bensì formaggi similari. Stesso tipo di formaggio, simile forma ma ricetta diversa, con latte straniero di costo nettamente inferiore a quello italiano.

Aziende casearie associate – anziché ‘membri’ – del Consorzio, come la Ca.BRE di Brescia, producono il Grana Padano (DOP) e al contempo formaggi similari, come il ‘Leonessa’. Pasta dura, stagionatura minima dieci mesi, caglio vegetale, latte straniero. È possibile che un consorziato produca formaggi concorrenziali a quelli del Consorzio? No, la produzione (non la commercializzazione, pur nel limite del 20% dell’intero business del venduto) è proibita ai soli membri del Consorzio Tutela Grana Padano, non ai semplici associati.

Libertà d’impresa e di commercio, ha precisato il direttore del Consorzio GP Stefano Berni. Sotto la garanzia di un ente terzo, i cui controllori sono designati dal Ministero ma stipendiati dal Consorzio stesso (cioè dai controllati). Il Consorzio non brilla per coerenza, nel fare battaglia contro la libertà d’impresa di un grande industriale italiano, Roberto Brazzale – per il marchio ‘Gran Moravia’, un eccellente similare a pasta dura prodotto in Repubblica Ceca. Salvo poi dir nulla, per quanto si sappia, della Emilgrana Poland.

3.2) Il ‘similare’ del presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano DOP

I giornalisti di Report hanno invece preso in castagna Nicola Bertinelli, il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano DOP nonché vicepresidente della federazione Coldiretti nazionale nonché presidente della Coldiretti regionale Emilia-Romagna e pure delegato confederale e commissario della Coldiretti provinciale di Reggio Emilia (commissariata nel lontano 2015). Era pure presidente della Coldiretti provinciale di Parma, fino all’1 luglio 2022. Un pupillo del ‘capo dei capi’ Vincenzo Gesmundo, a dire di alcuni.

Il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano DOP al suo secondo mandato – in barba allo statuto del Consorzio stesso  (v. supra, par. 2.1) – produceva però un formaggio similare con caglio vegetale, disponibile anche nelle versioni a pasta dura e a lunga stagionatura. «Un Parmigiano Reggiano in salsa vegetariana», così definito da Sigfrido Ranucci di Report. O meglio una sua imitazione, del tutto confondibile con il Parmigiano Reggiano DOP accanto al quale veniva esposto sui banchi di vendita dello spaccio aziendale. ‘Il Senza‘… marcatura, o senza… ritegno?

3.3) I formaggi similari del presidente, tutti sapevano

Report ha avuto il merito di amplificare a livello nazionale una notizia già nota sul territorio, la produzione di formaggi similari da parte di alcuni consiglieri di amministrazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano DOP, in violazione del suo statuto (v. par. 2.1). Già a maggio 2018 il quotidiano La Voce di Reggio Emilia aveva riportato i casi – anzi i caci, senza marcatura – dei caseifici ‘La Rocchetta’ di Suzzara e Luzzara, il cui vicepresidente era il consigliere del Consorzio Vanni Binacchi. (6)

Figura 1 – immagine del formaggio ‘Il Senza’ sul sito web del caseificio Bertinelli (screenshot eseguito a maggio 2018)

La Voce e Reggio Report, già a maggio 2018, avevano altresì segnalato la produzione dei formaggi similari, il ‘Veggie’ o ‘Il Senza’, da parte del presidente del Consorzio Nicola Bertinelli (v. screenshot di allora, dal suo sito). Tutti sapevano e il Consorzio – come le confederazioni agricole e le cooperative – e la stampa mantenevano un ‘silenzio assordante’. E le questioni vennero risolte in camera caritatis, con l’appoggio di un parere legale di cinque anni prima ove si riferiva a tutt’altra vicenda.

4) Il Consorzio del Parmigiano Reggiano e i similari del presidente

Messo in ridicolo a reti unificate, grazie alla trasmissione di Report, il presidente Nicola Bertinelli si auto-sospendeva e convocava subito il CdA del Consorzio Parmigiano Reggiano DOP in videoconferenza, il 5 gennaio 2022. La sua proposta di risolvere il caso ‘a tarallucci e vino’, come già avvenne nel 2018, veniva rimessa al Comitato Esecutivo del Consorzio che a sua volta il 12 gennaio la rimetteva al Consiglio di Amministrazione convocato per il 17 gennaio.

In due settimane dalla puntata di Report, il Comitato esecutivo e il CdA del Consorzio decidevano così di ‘lavare in casa i panni sporchi’. Senza coinvolgere né i revisori né il Presidente del Tribunale di Reggio Emilia al quale lo statuto del Consorzio attribuisce la nomina di un collegio arbitrale dotato di esclusiva competenza, in caso di controversie, sull’interpretazione e attuazione dello statuto stesso (ai sensi del suo articolo 53).

La sola voce fuori dal coro era quella del consigliere mantovano Paolo Benedusi, presidente del caseificio cooperativo ‘Latteria Agricola di Quistello’ (e premiato come ‘agricoltore dell’anno’, nel 2019, dal presidente di Coldiretti nazionale Ettore Prandini). Il quale insisteva sulla incompatibilità di Nicola Bertinelli. Producendo «3 fotografie riferite al prodotto “Il Senza” in vendita a dicembre 2021 nel negozio Bertinelli al Centro Torri [di Parma, ndr], sottolineando le dichiarazioni e le modalità riportate e desumibili dalle immagini».

4.1) L’evidenza negata

Le fotografie prodotte dal consigliere Paolo Benedusi mostravano le confezioni de ‘Il Senza’ – presentate ai consumatori come «Super offerta formaggio di filiera oltre 36 mesi a soli € 12,90 al kg!! Consigliatissimo anche a vegetariani» – accanto a due forme di Parmigiano Reggiano DOP con la marchiatura in bella evidenza.

L’evidenza probatoria sconfessava così le dichiarazioni di Bertinelli secondo cui ‘Il Senza’ sarebbe stato un formaggio a pasta molle. Autorizzato, a dire sempre del Bertinelli, da un parere del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali datato 7 maggio 2013 e a sua volta meritevole di approfondimenti. Quel parere, pur avendo per oggetto «Parere sul formaggio “Il Senza”», riguardava – osserva Paolo Benedusi – non il formaggio, ma la conformità della etichettatura del prodotto come presentato dal Bertinelli stesso.

Nicola Bertinelli aveva anche provato a giustificare la stagionatura de ‘Il Senza’ con la scusa del Covid. Ma Paolo Benedusi smentiva tali asserzioni. Producendo, come si legge a verbale della seduta:

  • «fotografia di formaggio “di filiera a pasta dura” Bertinelli con data scadenza 22/1/2020 e quindi confezionato nella seconda metà del 2019». Vale a dire, formaggio con termine di durabilità anteriore di due mesi rispetto alla dichiarazione della pandemia,
  • «documenti reperiti da internet (comunicati stampa e sito dell’Azienda Bertinelli) dove l’Azienda comunica che Il Senza è prodotto utilizzando la stessa “filiera del Parmigiano Reggiano”».

4.2) L’assoluzione del presidente

Il parere legale richiamato dal presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano per giustificare ‘Il Senza’ (scritto a firma dell’avvocato Riccardo Manghi, datato 26 marzo 2013. V. par. 3.3) riferiva tra l’altro che «lo Statuto prevede espressamente un solo caso di ineleggibilità e/ di decadenza di diritto, quando il consorziato consigliere non fornisce le indicazioni richieste, ovvero le fornisce incomplete o non veritiere o ancora non collabori con le indagini».

Il CdA del Consorzio del Parmigiano Reggiano DOP approvava così all’unanimità, il 17 gennaio 2022, le seguenti delibere:

  • «alla luce dell’intervento del Consigliere Benedusi sulla veridicità e correttezza delle dichiarazioni rilasciate dal Presidente», veniva richiesto di «affidare il fascicolo al Comitato Esecutivo richiedendo l’esame della questione nei tempi più celeri possibili». Non risulta peraltro che tale delibera abbia avuto alcun seguito, a un anno dalla sua adozione, nel silenzio di tomba dei 28 membri del CdA e dei sindaci del Consorzio,
  • il presidente Nicola Bertinelli veniva riabilitato, a seguito della sua auto-sospensione, poiché egli aveva interrotto la produzione de ‘Il Senza’ a decorrere dall’1 gennaio 2022 e garantito che la sua lavorazione «nei formati destrutturati», cioè il confezionamento di tagli delle forme già prodotte, sarebbe cessata entro sei mesi. Con un colpo di spugna per i formaggi similari prodotti fino a poche settimane prima.

5) L’effetto Report

L’effetto dirompente della trasmissione di Report Rai Tre si è registrato a dieci mesi di distanza, l’11 ottobre 2022. Quando l’assemblea generale straordinaria del Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano DOP ha approvato la modifica del suo statuto, obbligando i consorziati ad ‘astenersi dalla produzione in conto proprio o per conto terzi di formaggi comparabili o potenzialmente confondibili con il Parmigiano Reggiano o con questo concorrenti’ negli stabilimenti di produzione di Parmigiano Reggiano inseriti con le relative matricole e bolli sanitari nel suo sistema di controllo.

La maggioranza dei 2.373 allevatori e i 305 caseifici – in prevalenza quelli delle province di Reggio Emilia e Mantova – ha votato a favore del divieto, che è stato così esteso a tutti i caseifici aderenti alla DOP. La notizia è stata ripresa sulla pagina Facebook di Report Rai R3 con l’eloquente titolo «Stop ai formaggi fotocopia nei caseifici del parmigiano reggiano». Rimane da affrontare la questione della compatibilità tra i ruoli di consigliere e presidente di questo e altri Consorzi, che dovrebbero mantenere la propria autonomia, con i ruoli di presidenza di associazioni agricole come Coldiretti.

6) Conclusioni provvisorie

Il Parmigiano Reggiano, a decorrere dall’11 ottobre 2022, è il primo e unico formaggio DOP in Italia e in UE che ha nello Statuto il divieto di produrre in tutti i caseifici aderenti qualsivoglia formaggio similare, comparabile o confondibile con il re dei formaggi a pasta dura. Effetto Report.

Dario Dongo

In copertina il formaggio ‘Il Senza’, nel negozio del caseificio Bertinelli presso il Centro Commerciale Centro Torri, Via S. Leonardo, 69/A, 43100 Parma PR (foto scattata nel dicembre 2021)

Note

(1) Dario Dongo. Cile, consorzio USA prova a registrare i marchi Parmesan, Asiago e Mortadella Bologna. GIFT (Great Italian Food Trade). 4.10.21

(2) Già nel 1923 il ministero dell’Industria riportava la produzione in Argentina di formaggi dai nome ‘Reggiano’ e ‘Reggianito’ V. Bollettino di notizie commerciali. https://www.google.it/books/edition/Bollettino_di_notizie_commerciali/Dq7speyCu_QC?hl=it&gbpv=1&dq=formaggio+reggianito+argentina&pg=PA93&printsec=frontcover  Ministero per l’industria ed il Commercio. 15 febbraio 1923, pagina 93

(3) L’additivo alimentare ‘magnesia’, nella produzione del Grana Padano, venne sostituito in un primo tempo dalla formalina, poi dal lisozima da uovo. V. Dario Dongo. Grana Padano e lisozima da uovo, conservante necessario? L’anomalia italica. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.7.21

(4) Dario Dongo. Grana Padano DOP, prosegue la crescita del leader globale. GIFT (Great Italian Food Trade). 5.9.19

(5) Dario Dongo. Parmigiano Reggiano, Grana Padano e quote di produzione. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 5.2.22

(6) Dario Dongo. Il falso grana non passa! MD-LD fa le pentole, ma non i coperchi. GIFT (Great Italian Food Trade). 29.3.15

(7) Gabriele Corsi. Formaggi similari, un’altra bufera sul Consorzio del Parmigiano. La Voce. 19.5.18

(8) Dario Dongo. Parmigiano Reggiano, ‘Gli Amigos’ e le critiche a Grana grossa. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.10.21

Alfonso Piscopo
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Veterinary Director of the Provincial Health Authority of Agrigento and member of the scientific committee 'Eurocarni', he is the author and co-author of hundreds of scientific and non-scientific articles in national and international journals.