BBC World Service ha pubblicato i risultati di una lunga inchiesta che solleva dubbi su alcune conserve ‘made in Italy’ di pomodoro presentato come italiano bensì – in alcuni casi, a quanto sembra – cinese (1,2).
1) Conserve di pomodoro, un emblema del ‘made in Italy’
Le conserve di pomodoro rappresentano senza dubbio uno storico emblema della cucina italiana – quali protagoniste dei condimenti di pasta, pizza e vari altri piatti, inclusa la ‘parmigiana’ – nonché delle produzioni ‘made in Italy’. (3)
I pomodori utilizzati nelle conserve ‘Made in Italy’, del resto, non sono sempre coltivati in Italia. È perciò importante verificare sempre in etichetta:
– l’origine del prodotto, vale a dire il Paese ove esso ha subito la sua ultima trasformazione sostanziale;
– la provenienza degli ingredienti primari, quindi il Paese ove i pomodori sono stati coltivati.
I prezzi delle conserve ‘100% made in Italy’ sono ovviamente maggiori rispetto a quelli delle salse realizzate a partire da materie prime estere (es. semi-lavorati in arrivo da Asia, Africa, Sud-America), poiché alle prime viene attribuita una migliore qualità.
2) L’inchiesta di BBC World Service
I reporter britannici hanno eseguito un campionamento di 64 conserve di pomodoro, acquistate in Regno Unito, Germania e Stati Uniti. I prodotti, a marchio industriale e ‘private label’, riportavano in alcuni casi un riferimento esplicito alla provenienza italiana dei pomodori, in altri casi un richiamo generico all’Italia (Italian sounding), in altri ancora nessun riferimento geografico.
I campioni sono stati sottoposti ad analisi da parte del laboratorio australiano ‘Source Certain’, il quale ha proceduto a identificare i livelli degli oligoelementi contenuti nei pomodori per risalire al Paese di loro coltivazione. Lo stesso approccio analitico che è stato sviluppato in Italia da uno dei massimi esperti di conserve vegetali, Antonio Trifirò, ed è stato validato a livello scientifico, come si è visto. (4)
3) Prodotti autentici e sospetti
I risultati delle analisi hanno suggerito che 47 conserve su 64 contenevano effettivamente pomodori italiani. Si è confermata l’autenticità dei prodotti con i marchi italiani più celebri, come Mutti e Napolina (Princes), nonché quelli di alcuni supermercati tedeschi e britannici, quali Sainsbury’s e Marks & Spencer.
Il sospetto sul possibile impiego di pomodori cinesi riguarda invece 17 conserve, 10 delle quali sono state prodotte in Italia da Petti, anche a marchio di catene di supermercati internazionali.
Il gruppo Petti, si ricorda, ha subito nel 2021 il sequestro di 4.477 tonnellate di semilavorati e conserve di pomodoro nell’ambito di un’indagine per frode in commercio poi conclusa mediante patteggiamento. (5)
4) UK, Germania. Conserve sospette con i marchi dei supermercati
Le 10 conserve sospette di contenere pomodoro cinese sono state prodotte da Petti e commercializzate, tra aprile e agosto 2024:
– in UK, con i marchi dei supermercati Asda, Tesco, Morrisons
– in Germania, con i marchi dei supermercati Edeka, Penny, Lidl, Rewe
Tesco e Rewe si sono distinti per avere subito sospeso la fornitura e ritirato i prodotti, rispettivamente. Waitrose, Morrisons, Edeka e Rewe hanno poi dichiarato di aver condotto i propri test e non aver rilevato la presenza di pomodori cinesi nei prodotti. Senza tuttavia offrire dettagli al riguardo.
Lidl ha invece ammesso di avere in precedenza venduto in Germania pomodoro cinese lavorato da un’altra grande industria dell’Agro Nocerino Sarnese (Salerno), Giaguaro. (6) La quale si aggiunge a una terza industria, Attianese, (7) a sua volta indagata per ‘food fraud’ e altri reati.
5) Petti, le indagini di BBC
Le indagini condotte da BBC rivelano che il gruppo Petti ha ricevuto tra il 2020 e il 2023 oltre 36.000 tonnellate di concentrato di pomodoro dall’azienda cinese Xinjiang Guannong e dalle sue filiali. Tale azienda è stata sanzionata in USA per aver fatto ricorso al lavoro forzato, nel 2020.
Petti ha provato a negare tale circostanza, producendo copia di quella che a suo dire era l’ultima fattura della Xinjiang Guannong, datata ottobre 2020.
Il reporter in incognito di BBC ha invece fotografato una dozzina di barili blu di concentrato di pomodoro, all’interno della fabbrica di Italian Food (gruppo Petti) in Toscana, uno dei quali riporta in etichetta ‘Xinjiang Guannong Tomato Products Co Ltd, prod date 2023-08-20’.
6) Pomodoro italiano o cinese, quali differenze?
L’utilizzo di pomodoro cinese, si noti bene, non è vietato di per sé. La Cina è uno dei primi produttori mondiali di pomodoro, che viene concentrato per ridurre i costi di trasporto e lavorato in ogni Paese del mondo. Tali prodotti non presentano rischi di sicurezza alimentare diversi da quelli realizzati altrove.
La presentazione di conserve di pomodoro come ‘100% made in Italy’ o ‘da pomodori italiani’, quando invece esse contengano pomodori di diversa origine o provenienza, integra invece il delitto di frode in commercio. Tale delitto comporta tra l’altro, in Italia, la responsabilità amministrativa e l’esclusione da finanziamenti pubblici.
7) Controlli ufficiali e due diligence
L’inchiesta di BBC World Service ha il merito di aver fatto luce su una possibile vulnerabilità in un settore che è strategico sia per l’industria alimentare italiana, sia per l’immagine del ‘made in Italy’ nel mondo.
Le autorità di controllo e le rappresentanze industriali di categoria hanno ora responsabilità di applicare un metodo di analisi validato, per accertare l’origine dei pomodori utilizzati nelle conserve vegetali. (8)
Importatori e retailer devono a loro volta esercitare la due diligence, magari anche pretendere la rintracciabilità tramite blockchain, per evitare di incorrere a loro volta in responsabilità per ‘food fraud’. (9)
8) Consigli per gli acquisti
Il pomodoro e le sue conserve sono prodotti tradizionalmente poveri, a prezzi relativamente bassi. Ma se il prezzo è troppo basso bisogna fare attenzione ai suoi possibili costi nascosti.
Non solo frodi ma anche abusi di potere commerciale nei confronti delle aziende agricole e di trasformazione, piuttosto che abusi sui lavoratori. Qual’è il dunque il costo sociale della nostra spesa? (10)
Dario Dongo
Note
(1) Mike Rudin, Sarah Buckley. ‘Italian’ purees in UK supermarkets likely to contain Chinese forced-labour tomatoes. BBC news. 1.12.24 https://www.bbc.com/news/articles/crezlw4y152o
(2) #BBCEye. Blood on the Shelves: The Secrets of Xinjiang’s Tomato Industry – BBC World Service Documentaries. Video 2.12.24 https://tinyurl.com/4h2jnbca
(3) Dario Dongo. San Marzano DOP tomato, an emblem of Italian cuisine. FT (Food Times). December 30, 2023
(4) Dario Dongo. Preserves, an analysis is enough to reveal the origin of tomatoes. FT (Food Times). June 26, 2020
(5) Dario Dongo. Conserve di pomodoro Petti, frode in commercio. Maxi-sequestro dei RAC. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.4.21
(6) Il gruppo Giaguaro aveva a sua volta minacciato richieste di danni milionari e costretto il premiato autore Jean-Baptiste Malet a non pubblicare in Italia il suo libro ‘Rotten tomato’. Sì veda Mark Williams. It’s Banned Books Week. Spare a thought for a French book banned in Italy this year. The news publishing standard. 24.9.18, https://tinyurl.com/yk9bk4pb
(7) La terza industria delle conserve di pomodoro nell’Agro Nocerino Sarnese, Attianese S.p.A., è stata a sua volta coinvolta nell’inchiesta dei Carabinieri per frode in commercio e altri gravi reati. Si vedano i precedenti articoli:
-Dario Dongo. Attianese, frode su origine pomodoro e pesticidi fuorilegge, maxi-sequestro dei RAC. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.6.21
-Dario Dongo. Attianese, oltre alla frode sull’origine del pomodoro la corruzione e il caporalato. GIFT (Great Italian Food Trade). 9.3.22
(8) Dario Dongo. Industria del pomodoro e Stazione sperimentale di Parma, SSICA. Allarme rosso. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 2.5.21
(9) Dario Dongo. Blockchain agroalimentare, da Walmart alla FDA in USA, Wiise Chain in Italia. Verso il Web 3. GIFT (Great Italian Food Trade). 9.2.22
(10) Dario Dongo. Il costo sociale della spesa alimentare. GIFT (Great Italian Food Trade). 28.6.18
Dario Dongo, lawyer and journalist, PhD in international food law, founder of WIISE (FARE - GIFT - Food Times) and Égalité.