La scelta dell’acqua minerale non deve dipendere solo dal gusto. Ciascuna delle acque in bottiglia si distingue infatti per le quantità dei vari minerali e il loro residuo fisso. Un aiuto pratico è offerto dall’associazione di consumatori Altroconsumo che ne confronta 79, di cui 37 naturali, 13 effervescenti naturali e 29 frizzanti.
Gli italiani sono primi in Europa per i consumi di acqua imbottigliata. In media, ne beviamo più di 220 litri a testa ogni anno. Spesso però senza neppure dare uno sguardo all’etichetta, che ne rivela l’identità.
Acqua minerale, cosa indica l’etichetta
Il primo parametro analitico utile a classificare un’acqua minerale è la quantità di sali minerali che essa contiene. Il valore è espresso in etichetta come residuo fisso a 180 °C. Indica ciò che rimane facendo evaporare l’acqua a 180°C e misurandone i minerali residui (il residuo fisso, appunto).
La ‘durezza’ di un’acqua (vale a dire il livello di minerali) è determinata da calcio e magnesio. Il primo, necessario a denti e ossa, è essenziale nella crescita e in menopausa. Un’acqua è calcica se il tenore di calcio supera i 150 mg/l. È magnesica se contiene più di 50 mg/l di magnesio. Meglio ridurre al minimo i fluoruri, nocivi per i denti.
4 tipi di acqua minerale
In base al residuo fisso, le acque sono classificate in
– minimamente mineralizzata, con residuo fisso entro 50 mg/l. È indicata per miscelare gli alimenti per l’infanzia,
– oligominerale o leggermente mineralizzata. È il tipo più diffuso, i minerali residui non superano i 500 mg/l. Il ridotto contenuto di sodio la qualifica come utile nelle diete iposodiche,
– minerale o mediominerale è l’acqua con residuo fisso tra 500 e 1500 mg/l. È utile d’estate e agli sportivi per reintegrare i sali persi con la sudorazione,
– ricca di sali minerali è la categoria delle acque con residuo fisso oltre 1500 mg/l. La tipologia può essere utile per contrastare alcune patologie e va consumata dietro consiglio del medico.
Gli altri parametri analitici
Gli altri parametri analitici più interessanti riferiti dall’etichetta sono:
pH, indica l’acidità dell’acqua.Va da 1 a 14, generalmente l’acqua in bottiglia ha pH 7 (alcalino).
Sodio. Le acque con ridotto contenuto di sodio (meno di 20 mg/l) sono da preferire, considerato il diffuso abuso a tavola di sodio (2 g di sodio corrispondono ai 5g di sale indicati dall’Oms come soglia massima giornaliera). Da evitare, invece, quelle definite sodiche (oltre 200 mg/l di sodio). ‘I claim ‘sodio <0,002%’, ‘sodio 0,001%’ fanno effetto perché ci sono diverse cifre decimali, ma si tratta rispettivamente di <20 mg/l e 10 mg/l’, ricorda Altroconsumo.
Nitrati. I nitrati sono definiti potenzialmente cancerogeni dalla Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Nell’acqua potabile finiscono a causa della contaminazione ambientale causata dai fertilizzanti azotati in agricoltura. Non possono superare i 50 mg/l. Evitarli è meglio, tassativo è scegliere un’acqua che ne contenga non oltre 20 mg/l se l’acqua è destinata ai bambini. Altroconsumo li ha misurati, assieme ad altri contaminanti.
Il valore del packaging
Il test di Altroconsumo valuta anche la sostenibilità ambientale del packaging, favorendo le bottiglie leggere (con meno plastica), realizzate con PET riciclato o bioplastiche e con etichetta in plastica, più facilmente riciclabile di quella in carta.
Ulteriore elemento valutato è l’ergonomia della bottiglia, dalla facilità di apertura e chiusura alla maneggevolezza nell’uso e nella mescita, in particolare nel riempimento del primo bicchiere dopo l’apertura.
La selezione dei migliori
Alla luce delle analisi di laboratorio e delle altre comparazioni, Altroconsumo ha decretato migliori acque del test
– Smeraldina naturale (74 punti) nella categoria acqua naturale (liscia o piatta),
– Uliveto effervescente naturale, tra le effervescenti naturali (62 punti),
– Boario Terme (77 punti) tra le acque frizzanti.
Il test completo è disponibile a questo link.