Bevande vegetali alternative al latte. Uno studio scientifico italiano, pubblicato su Foods, esamina i profili nutrizionali di 330 prodotti a scaffale. A raffronto con il latte vaccino. (1)
Bevande vegetali, un mercato vivace
Il mercato delle bevande vegetali alternative al latte è in continua espansione. A livello globale si stima un fatturato di oltre 38 miliardi di US$, con un tasso di crescita annuì di oltre il 14% entro il 2024.
In Italia si registra una crescita straordinaria di drink a base di mandorle, nocciole, avena e cocco. Con un presidio stabile della bevanda a base soia, che in Europa come in Nord America rappresenta la prima alternativa al latte, con un fatturato di circa 7,3 miliardi di US$.
Le scelte dei consumatori di questa categoria di prodotti sono in prevalenza legate a esigenze sanitarie e scelte veg. Vale a dire:
– allergia al latte o intolleranza al lattosio, condizione che si stima riguardare il 28% della popolazione in Europa, il 64-70% in Medio Oriente e Asia. Sia pure con ampi margini di incertezza sulle diagnosi,
– ipercolesterolemia e patologie cardiovascolari, in relazione alle quali viene spesso consigliato di ridurre gli apporti di grassi saturi,
– dieta vegana, vegetariana o altre convinzioni etiche che comportino l’esclusione o riduzione degli alimenti di origine animale.
330 bevande a scaffale in Italia (e 15 online, fuorilegge)
Lo studio dei ricercatori italiani ha valutato il profilo nutrizionale delle bevande, sulla base delle informazioni al consumatore riportate in etichetta ai sensi del reg. UE 1169/11. (2) Un metodo valido anche a ricordare a noi tutti l’utilità di consultare le dichiarazioni nutrizionali, per comprendere pregi e difetti dei vari alimenti.
I campioni sono stati acquistati presso 14 insegne della GDO (Auchan, Bennet, Carrefour, Conad, Coop Italia, Crai, Despar, Esselunga, Il Gigante, Iper, Pam Panorama , Selex, Sidis) e 3 operatori specializzati nel biologico (NaturaSì, Macrolibrarsi e Sorgente Natura).
L’indagine ha utilizzato anche il canale ecommerce. E proprio qui 15 prodotti sono stati scartati dalla comparazione, in difetto delle informazioni obbligatorie. ‘Immagini incomplete di tutti i lati della confezione, immagini poco chiare di dati nutrizionali e/o elenco di ingredienti’. Violazioni diffuse della normativa cogente che abbiamo a nostra volta denunciato in più occasioni.
I profili nutrizionali delle bevande vegetali
I profili nutrizionali delle bevande vegetali esaminate variano sensibilmente, nel valore energetico (kcal) e dei macronutrienti. Soprattutto in ragione delle matrici vegetali utilizzate: soia (25% del campione), riso (22%), avena (12%), mandorle (10%), miscele (18%), cocco, nocciole, farro, noci, anacardi (raggruppati come ‘altri’, 13%).
La comparazione dei valori nutrizionali mostra quanto segue:
– i carboidrati totali sono maggiori nei prodotti a base di riso e avena,
– grassi totali sono più elevati nelle bevande derivate da soia e mandorla,
– le proteine sono nettamente superiori nelle bevande a base di soia, che ne contengono in media il triplo rispetto alle altre,
– il sale è generalmente ridotto al minimo, con differenze trascurabili tra i prodotti confrontati.
I dati emersi dall’esame dei 330 prodotti disponibili in Italia sono molto simili a quelli rilevati in altri studi sui mercati tedesco, spagnolo e indiano. Grassi e carboidrati totali sono invece superiori nelle bevande vegetali commercializzate in Canada e in USA.
L’inconsistenza dei claim nutrizionali
I due claim nutrizionali più diffusi – ‘senza zuccheri aggiunti‘ e ‘fonte di calcio‘ – compaiono sull’87% dei prodotti esaminati. Ma non corrispondono a una migliore qualità nutrizionale della bevande.
In particolare, le bevande contrassegnate dalla dicitura ‘senza zuccheri aggiunti‘, sono risultate simili alle altre nei tenori di zuccheri, con un valore medio di carboidrati totali superiore alle altre.
I prodotti accompagnati dal claim ‘fonte di calcio’ mostrano valori di energia, carboidrati totali e zuccheri inferiori rispetto alle altre. Nell’88% dei casi, il calcio aggiunto è di 120 mg/100 ml, esattamente quanto ne contiene il latte vaccino. Una corrispondenza che sembra voler attribuire alle bevande vegetali il ruolo di alimento sostitutivo. Ma tuttavia non colma il gap con il latte vaccino, come vedremo.
Claim salutistici
L’indicazione di benefici per la salute compare nel 16% del campione. I claim più frequenti riguardano il ruolo del calcio e della vitamina D per la salute delle ossa e quello delle vitamine B2, B3 per ridurre stanchezza e l’affaticamento.
Il profilo nutrizionale – a raffronto con le bevande prive di health claim – risulta in genere leggermente migliore. Per il valore energetico inferiore (per la minore quantità di carboidrati e zuccheri totali) e i tenori proteici più elevati.
Valida alternativa al latte? Un falso mito
Considerare le bevande vegetali una valida alternativa al latte è errato, secondo i ricercatori. Al di là della vaga somiglianza estetica, le proprietà nutrizionale sono molto diverse. Al punto da far temere possibili deficit di nutrienti e micronutrienti in coloro che si limitino a consumare le ‘alternative’, senza integrare altrimenti la propria dieta.
Il tenore proteico medio del latte di vacca è di circa 3,5 g/100 ml. Le bevande vegetali analizzate raramente raggiungono un valore di proteine superiore a 1 g/100 ml. Con eccezione di quelle di soia, che si attestano in media sui 3,3 g/100 ml. In ogni caso, ricordano i ricercatori, la qualità biologica delle proteine di origine vegetale è inferiore a quella animale, poiché non contengono tutti gli aminoacidi essenziali. (3) Tra tutte le bevande esaminate, inoltre, quelle biologiche (74% del campione) risultano contenere circa un quarto delle proteine (e il doppio di carboidrati totali e zuccheri) rispetto a quelle analoghe convenzionali.
Calcio, fosforo, iodio
Altre differenze nutrizionali tra latte e bevande vegetali riguardano i micronutrienti, presenti in quantità minore e/o meno assimilabili. Il principale è il calcio, di cui il latte (assieme ai prodotti lattiero-caseari) è la principale fonte nella dieta, grazie ai suoi 120 mg/100 ml, presenti in forma altamente biodisponibile.
Questo importante micronutriente risulta invece meno assimilabile con le bevande vegetali, a causa della naturale presenza di antinutrienti (es. fitati, ossalati, etc.).
Sostituire il latte vaccino con le bevande vegetali potrebbe porre rischi di salute pubblica, osservano i ricercatori. (4) Tenuto conto in particolare degli apporti quotidiani medi di calcio nella popolazione italiana, 792 mg negli uomini e 697 mg nelle donne. A fronte di valori nutrizionali di riferimento pari a 1000 mg per uomini e donne (età ≥ 18 anni) e fino a 1200 mg per donne in postmenopausa (età ≥ 60 anni).
Ulteriore differenza è che il latte è buona fonte di fosforo (che lega il calcio alle caseine del latte). E di iodio, microelemento essenziale per la sintesi dell’ormone tiroideo, presente invece in bassa quantità in soia, riso, avena e bevande alle mandorle, fatte salve eventuali aggiunte.
Marta Strinati
Note
(1) Angelino, D.; Rosi, A.; Vici, G.; Dello Russo, M.; Pellegrini, N.; Martini, D.; on behalf of the SINU Young Working Group. Nutritional Quality of Plant-Based Drinks Sold in Italy: The Food Labelling of Italian Products (FLIP) Study. Foods 2020, 9, 682. https://doi.org/10.3390/foods9050682 Il lavoro fa parte dello studio FLIP (Food Labelling of Italian Products) che mira a studiare sistematicamente la qualità complessiva degli alimenti preconfezionati dei principali gruppi alimentari e delle relative categorie vendute sul mercato italiano
(2) Per la verifica delle informazioni che è obbligatorio riportare in etichetta dei prodotti alimentari, anche nelle vendite a distanza, si veda l’ebook gratuito 1169 Pene. Reg. UE 1169/11. Notizie sui cibi, controlli e sanzioni, su https://www.greatitalianfoodtrade.it/libri/1169-pene-e-book-gratuito-su-delitti-e-sanzioni-nel-food
(3) Il valore DIAAS indica la digeribilità delle proteine. Tale parametro nel latte è del 100% per tutti gli aminoacidi essenziali. scende invece al 90% nella soia, nella quale mancano aminoacidi essenziali come la metionina, e al 50% per tutte le altre fonti proteiche vegetali
(4) Sul valore nutrizionale del latte si veda anche lo studio di The Lancet, secondo il quale l’assunzione di latte intero è associato a un minor rischio di morte per patologie cardiovascolari