In tempi non sospetti Renato Carosone metteva in guardia gli italiani rispetto alle stravaganze alimentari a stelle e strisce, col famoso ritornello ‘Tu vo’ fà l’americano, mericano, mericano, ma sei nato in Italì’. Dal ‘whisky end soda’ alle ‘chips’, è sempre il caso di prestare attenzione.
Le patatine fritte industriali sono dappertutto, nei supermercati e nei bar, i distributori automatici alle stazioni, scuole e ospedali, e via dicendo. Se da un lato la nostra società sembra orientata verso scelte dietetiche anche radicali – come quella vegana – all’insegna del salutismo, il ‘ruminare’ fuori dai pasti è ormai una prassi. E raramente vale a consumare le fatidiche 5 porzioni al giorno di verdura e frutta, poiché ‘chewing-gum’ e ‘chips’ sono i più gettonati, assieme a bevande spesso zuccherate o edulcorate oltreché gassate.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti, nel crescendo di obesità e sovrappeso già dai tempi dell’asilo, con gravi conseguenze che tendono a trascinarsi lungo l’intera esistenza. Laddove i ‘chili di troppo’ non rappresentano una variabile estetica più o meno diffusa, bensì purtroppo una concausa ‘di peso’ all’insorgenza di malattie croniche, a partire da diabete di tipo 2 e patologie cardiovascolari.
Le cause sono altresì evidenti, soprattutto ora che le dichiarazioni nutrizionali sono stampate sulle etichette di parecchi alimenti. Ma pochi hanno il coraggio di leggere, o in ogni caso di comprendere ‘il peso’ delle singole scelte di consumo sui fabbisogni dietetici quotidiani.
Proviamo allora a consultare assieme le tabelle nutrizionali di un paio di referenze dal più caratteristico aroma ‘yankee’, il BBQ:
– Highlander (San Carlo), a causa dell’olio di palma, presenta 14 g di grassi saturi per 100 g di prodotto. La modica porzione indicata (25 g) offre così il 17,5% del fabbisogno quotidiano di saturi raccomandato a un adulto medio. E se ‘una patatina tira l’altra’, a finire la busta (130 g) si raggiunge il 91% della soglia giornaliera (per un individuo adulto, si noti bene),
– Lay’s (PepsiCo), grazie all’assenza di palma, ha solo un terzo dei grassi saturi (4,4 g) rispetto a Highlander. E tuttavia, 100 g di patatine offrono 33,5 g di grassi. Vale a dire che la porzione citata (30 g) apporta il 14% dei grassi complessivi raccomandati nell’arco di una giornata al c.d. uomo medio. In questo caso, a dare fondo alla busta (110 g) si accumula il 50% del fabbisogno quotidiano.
Il singolo alimento forse non basta a valutare la qualità di una dieta – come ripete sempre Big Food – ma i c.d. ‘HFSS (High Fats Sugars and Sodium) Foods‘, come si è visto in questi esempi, possono occupare una quota significativa delle necessita quotidiane e condurre a pericolosi eccessi. Il consumo di tali cibi dev’essere perciò davvero occasionale e limitato, soprattutto nell’alimentazione dei bambini, per evitare che l’indulgenza si trasformi in spazzatura per l’organismo.
Dario Dongo
Veterinary Director of the Provincial Health Authority of Agrigento and member of the scientific committee 'Eurocarni', he is the author and co-author of hundreds of scientific and non-scientific articles in national and international journals.