Il consumo di frutta secca protegge le funzioni cognitive negli over-55. Studio

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Il consumo di frutta secca protegge le funzioni cognitive negli over-55. Studio

Il consumo frequente di frutta secca migliora le funzioni cognitive e ne rallenta il deterioramento negli over-55. L’ennesima conferma delle proprietà benefiche della frutta a guscio proviene da uno studio spagnolo (Ni et al., 2023) pubblicato su The American Journal of Clinical Nutrition. (1)

1) Funzioni cognitive a rischio

I ricercatori hanno valutato la relazione tra il consumo di frutta secca e le funzioni cognitive su 6.630 individui in età compresa tra 55 e 75 anni (età media 65 anni, 48,4% donne), in sovrappeso o obesi, con almeno tre condizioni riconducibili a sindrome metabolica. Un insieme di fattori di rischio che aumenta la possibilità di sviluppare patologie cerebrovascolari, cardiovascolari e diabete.

La sindrome metabolica viene infatti diagnosticata in presenza di almeno tre fattori di rischio tra:

– obesità addominale (circonferenza addominale oltre 94 cm nell’uomo e 80 cm nella donna),

– obesità, vale a dire Body Mass Index superiore a 30. Il BMI di una persona si calcola dividendo il peso (in kg) per l’altezza al quadrato (m2), (2)

– bassi livelli di colesterolo HDL  (‘colesterolo buono’), inferiori a 40 mg/dl nell’uomo e 50 mg/dl nella donna,

– valori di trigliceridi superiori a 250 mg/dl,

– pressione arteriosa alta. Si considera tale quando la pressione massima (sistolica) è sempre oltre i 140 mmHg e/o quella minima (diastolica) è maggiore di 90 mmHg,

– livelli elevati di glicemia (superiore a 100 mg/dl a digiuno).

2) Lo studio

I partecipanti allo studio sono stati inquadrati alla luce dei due aspetti oggetto di indagine:

– il consumo abituale di frutta secca, come noci, mandorle, nocciole, pistacchi, arachidi e macadamia,

– le condizioni cognitive, esaminate mediante somministrazione di 8 test neuropsicologici, all’avvio dello studio e alla sua conclusione, due anni dopo.

3) I risultati

I risultati della ricerca hanno mostrato nelle persone che consumavano frutta secca frequentemente – almeno tre porzioni da 30 g ciascuna ogni settimana – chiari miglioramenti nella funzione cognitiva e un rallentamento del deterioramento cognitivo.

I maggiori benefici sono emersi nei partecipanti con sintomatologia depressiva preesistente all’avvio della ricerca.

Il consumo frequente di frutta secca può aiutare a ritardare il declino cognitivo negli anziani con sovrappeso/obesità, sindrome metabolica e a rischio di declino cognitivo, anche in un periodo relativamente breve di 2 anni’, concludono i ricercatori.

4) Le proprietà della frutta secca

I benefici neurologici e cardiometabolici della frutta secca possono essere spiegati dal loro profilo ricco di nutrienti e dall’alto contenuto di composti bioattivi’, concludono i ricercatori.

Noci, mandorle e nocciole – purché al naturale, senza sale, glassa di zucchero e/o grassi – sono veri ingredienti di salute, poiché:

– sono ricche di micronutrienti (i.e. vitamina E, acido folico, selenio) e composti bioattivi (e.g. carotenoidi, composti fenolici) con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie,

– contengono molti acidi grassi insaturi (in particolare acido linoleico e α-linolenico) con azioni vasculo-protettive e antinfiammatorie, oltre a svolgere un ruolo indispensabile nel mantenimento della struttura e la funzione neuronale,

– forniscono proteine vegetali di alta qualità e amminoacidi, come la L-arginina, che hanno effetti neuroprotettivi,

– sono caratterizzate da una composizione minerale ottimale. Ricche di calcio, magnesio e potassio ma prive di sodio, esercitano effetti benefici sulla pressione sanguigna e sulla sensibilità all’insulina.

5) Frutta secca amica del microbiota

Ulteriore caratteristica benefica della frutta secca è l’elevato contenuto di fibre alimentari.

Queste, assieme a grassi insaturi e polifenoli, possono modulare il microbiota intestinale e, di conseguenza, sostenere la funzione cognitiva attraverso l’asse intestino-cervello. (3)

Marta Strinati

Note

(1) Ni J, Nishi SK, Babio N, Ros E, Basterra-Gortari FJ, Corella D, O C, Martínez JA, Alonso-Gómez ÁM, Wärnberg J, Vioque J, Romaguera D, López-Miranda J, Estruch R, Tinahones FJ, Santos-Lozano JM, Serra-Majem L, Cano-Ibáñez N, Tur JA, Fernández-García JM, Pintó X, Delgado-Rodríguez M, Matía-Martín P, Vidal J, Vázquez C, Daimiel L, Fernández-Aranda F, Ruiz-Canela M, Mestres Solà C, Portolés O, Sala-Vila A, Garcia-Rios A, Compañ-Gabucio LM, Gómez-Gracia E, Zulet MA, Chaplin A, Casas R, Martínez-Diz S, Tojal-Sierra L, Gómez-Pérez AM, Toledo E, Rios S, Ortega-Azorín C, de la Torre R, Peña-Orihuela PJ, Garcia-de la Hera M, Sayón-Orea C, Malcampo M, Salas-Salvadó J; PREDIMED-Plus investigators. Higher versus lower nut consumption and changes in cognitive performance over two years in a population at risk of cognitive decline: a cohort study. Am J Clin Nutr. 2023 Aug;118(2):360-368. https://doi.org/10.1016/j.ajcnut.2023.05.032

(2) Marta Strinati. Prevenire e trattare obesità e sovrappeso per la salute cardiovascolare. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.9.22

(3) Paola Palestini, Dario Dongo. Microbioma e intestino, il secondo cervello. GIFT (Great Italian Food Trade). 14.2.19

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