La Commissione Ue contro la giungla delle patenti “green”

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La Commissione europea ha pubblicato la Comunicazione Building the Single Market for Green Products (scaricabile da questa pagina), in cui si denuncia l’assenza di una definizione accettata a livello europeo, e scientificamente fondata, di prodotto o azienda “verde”. Se un’impresa, soprattutto del settore alimentare, vuole dotarsi di un’etichetta o di un semplice certificato per veder riconosciute le proprie performance in campo ambientale nei diversi Stati Ue, gli ostacoli sono enormi, a partire dalle spese amministrative e di registrazione.

La Ecolabel, riconosciuta dall’Europa, non si applica alle aziende del food e dell’alimentare. Insomma, si fa presto a dire verde. Di etichette green ce ne sono anche troppe – 435 in 197 paesi, quelle censite fino ad oggi – frutto dell’iniziativa dei governi nazionali o dei privati. Il rischio, indicato nel documento della Commissione, è che ognuno possa farsi la sua senza reali controlli. La speranza è che l’Europa abbia intrapreso i primi passi di una nuova legislazione, con l’inclusione delle aziende del food. I road-test portati avanti dalla Commissione insieme al mondo produttivo hanno infatti coinvolto anche i comparti agricolo e alimentare.

 

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