Pasta integrale, micotossine e altri nemici. Il test di Altroconsumo

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La pasta integrale, benefica fonte di fibre, può contenere micotossine, pesticidi e furosina. L’associazione dei consumatori Altroconsumo ha portato in laboratorio 15 confezioni di penne integrali. In alcuni casi, il risultato è pessimo.

Pasta integrale, il rischio micotossine

Nella pasta integrale, come in molti altri alimenti, il rischio micotossine è particolarmente insidioso. Questi contaminanti possono svilupparsi durante la coltivazione e nello stoccaggio. Non vengono eliminati con la cottura e in alcuni casi sono molto pericolosi, come abbiamo riferito.

L’ocratossina A e l’aflatossina B1 sono cancerogene e genotossiche, vale a dire in grado di favorire l’insorgenza di tumori e alterare il DNA. Il Don (deossinivalenolo), responsabile di disturbi gastrointestinali, è invece in agguato in molti prodotti da forno: oltre alla pasta, nel pane e nei biscotti dolci e salati.

Solo due campioni privi di micotossine

Le micotossine sono state rinvenute in quasi tutti i campioni di pasta integrale analizzata. Fanno eccezione le penne di Libera Terra e di Esselunga Equilibrio. La contaminazione rilevata è sempre compresa nei limiti di legge.

I gravi rischi associati all’apporto di micotossine prescindono peraltro dal rispetto delle soglie definite nella legislazione europea, nei casi di esposizione ripetuta e accumulo delle tossine. E tali soglie trascurano la peculiare vulnerabilità di bambini e adolescenti, come insegna Carlo Brera (ISS, Istituto Superiore di Sanità).

De Cecco è il peggiore del campione

La peggiore pasta integrale, per presenza di micotossine, è la De Cecco (formato n. 419, che nei mesi scorsi ha subito il respingimento di una intera nave di grano, proprio a causa di tenori inaccettabili di micotossine e carie del grano, come abbiamo riferito. Segue la Tre Mulini (Eurospin).

Un po’ meglio, ma ancora male, vanno Senatore Cappelli ‘Le stagioni d’Italia’ e le penne a marchio Conad. Seguono Barilla – già l’anno scorso risultata contaminata, come Buitoni – Misura, Garofalo e La Molisana. Un gradino sotto l’eccellenza si trovano le paste integrali con i marchi Carrefour, Coop Viviverde, Rummo e Sgambaro.

Pesticidi, si salva solo il bio

I 400 pesticidi ricercati, incluso il glifosato (accertato interferente endocrino), sono stati rintracciati in tutti i campioni di pasta integrale non bio. Le quantità sono piccole, oltre 100 volte sotto il limite di legge.

Come per le micotossine, tuttavia, il rischio tossicologico andrebbe valutato per la ripetuta esposizione attraverso i diversi alimenti contaminati da residui di agrotossici. Senza dimenticare l’effetto cocktail, vale a dire la compresenza di diverse molecole di agrotossici nello stesso alimento, che causa una tossicità misurabile, come dimostrato da un recente studio.

Completamente prive di pesticidi sono risultate le penne integrali biologiche di Libera Terra, Esselunga Equilibrio, Sgambaro, Rummo, Coop Viviverde e Garofalo.

La furosina, prova di essiccazione sbrigativa

L’indicazione in etichetta ‘essiccata a bassa temperatura’ merita attenzione. L’impiego di temperature elevate, infatti, giova ai conti dei produttori, che accelerano i processi di produzione. Ma è segno di miopia. I consumatori, infatti, hanno imparato a scegliere bene, come dimostra l’aumento di vendite del 5,7% per la pasta presentata con il claim che riferisce della essiccazione a bassa temperatura (fonte Osservatorio Immagino 1/21).

Il segnale di una essiccazione sbrigativa, a temperatura troppo elevata, è la presenza di furosina, una sostanza che si forma con il calore e indica la presenza di danni termici all’alimento. Il test rivela che la maggior parte dei campioni di pasta integrale è insufficiente. Il migliore risultato è della De Cecco, il peggiore delle penne Tre Mulini (Eurospin).

L’origine del grano

L’origine del grano, infine, è straniera in soli 4 casi: De Cecco, Tre Mulini (Eurospin), Carrefour e Conad. Tutte le altre paste del campione sono realizzate con semole da grani di origine sempre solo italiana.

Marta Strinati

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