La solida inchiesta ‘The Forever Lobbying Project’ documenta le pressioni delle lobby industriali per contrastare ogni politica volta a restringere l’impiego delle sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS), nella speranza di proteggere la salute pubblica. (1)
La Commissione europea così ipotizza di prevedere ampie deroghe a favore degli usi industriali ‘essenziali’, nell’ipotesi di introdurre un timido divieto all’uso di queste sostanze chimiche, cancerogene e genotossiche oltreché ‘eterne’ (2,3,4). Un approfondimento, e una petizione.
1) ‘Miracle chemicals’, ‘forever chemicals’
L’industria chimica ha iniziato a utilizzare le PFAS su larga scala all’inizio dagli anni ‘50 del secolo scorso, per produrre materiali e oggetti destinati sia al consumo di massa, sia a numerosi impieghi industriali. Materiali a contatto con gli alimenti (i.e. teflon, contenitori), tessuti impermeabili, ma anche fitofarmaci (e.g. pesticidi, erbicidi), semiconduttori ed elettronica, turbine, schiume antincendio, pitture, arredi, cosmetici, etc.

Queste sostanze – oggi sviluppate in oltre 10.000 composti, in circa 200 categorie d’uso (5) – erano celebrate come ‘miracle chemicals’, grazie alle loro eccezionali proprietà chimiche che ne garantiscono la resistenza all’acqua e all’umidità, al calore, ai grassi e alle macchie. E queste stesse proprietà ne hanno poi rivelato la natura di ‘forever chemicals’, poiché la loro degradazione nell’ambiente richiede fino a un migliaio di anni. (6)
2) ‘The poison of the century’
La ricerca accademica di documenti allora segreti dell’industria chimica (Gaber et al., 2010) ’mostra che le aziende sapevano che le PFAS erano altamente tossiche se inalate e moderatamente tossiche se ingerite già nel 1970, quarant’anni prima della comunità sanitaria pubblica’. (7)
3M sapeva che le PFAS si legano al sangue già dal 1950; uno studio dell’Università di Stanford confermava la loro presenza nel sangue umano nel 1956; nel 1961 i tossicologi di Dupont associavano l’esposizione alle PFAS e l’aumento delle dimensioni di fegato e reni su modelli animali; nel 1962 si riscontrava la ‘polymer fume fever’ nei volontari che fumavano sigarette avvolte in carta così trattata; negli anni a seguire gli scienziati documentavano ‘acute oral toxicity’, danni a fegato, reni, milza, sistema immunitario; difetti agli occhi nei feti delle lavoratrici; tumori. (8)
‘L’industria ha utilizzato diverse strategie che sono state dimostrate essere comuni alle industrie del tabacco, farmaceutiche e di altro tipo, per influenzare la scienza e la regolamentazione. In particolare, sopprimendo le ricerche sfavorevoli e distorcendo il discorso pubblico’. (7)
3) Azioni legali
Negli ultimi 25 anni, 3M e Dupont hanno affrontato più di 15.000 azioni legali e pagato oltre 11 miliardi di dollari in risarcimenti e indennizzi a governi e aziende idriche in USA. Nel 2017, DuPont ha versato oltre 600 milioni di dollari per risolvere più di 3.550 vertenze. E 3M deve ancora affrontare circa 4.000 cause, per l’inquinamento e i danni da PFAS.
‘Quando troviamo PFAS in acqua, suolo, aria, persone, possiamo risalire al ristretto nucleo di aziende che hanno creato queste sostanze chimiche. Sappiamo chi è il responsabile’ – ha spiegato Robert Bilott, uno tra i primi avvocati impegnati in queste battaglie (9) – per una semplice ragione. ‘Queste sostanze sono sempre prodotte dall’uomo, non esistono in natura’.
Una nuova ondata di azioni legali potrebbe finalmente abbattersi anche sulle industrie con sede in Unione Europea e i loro alti dirigenti, vale la pena aggiungere, per i crimini ambientali con grave impatto sulla salute pubblica. (10)
4) Disastro ambientale
Forever Pollution Project – l’indagine collaborativa transfrontaliera avviata nel 2023 da 29 media partner in 16 Paesi europei, con la collaborazione di Corporate Europe Observatory (11) – ha identificato, solo in Europa:
- 20 stabilimenti di produzione di PFAS
- 23.000 siti contaminati da PFAS, dei quali
- 2.100 siti con alti livelli di contaminazione (‘PFAS hotspots’)
- altri 21.500 siti a rischio, a causa di attività industriali passate e/o attuali.
5) PFAS in acqua potabile e alimenti
Pesticidi, erbicidi e fungicidi sono indicati come le prime cause della presenza di molecole del gruppo PFAS (i.e. TFA) suoli e acque potabili, frutta e verdura non bio, alimenti di origine animale (12,13,14). La contaminazione delle acque potabili – dovuta anche alla presenza di PFAS nelle piogge, per varie cause, dall’Artico al Tibet (15) – è sistemica. Come confermano, tra l’altro, i recenti test condotti in Svizzera. (13)
‘Acque senza Veleni’ – l’indagine condotta da Greenpeace su 260 campioni di acqua potabile raccolti in 235 municipalità, in tutte le regioni d’Italia, tra settembre e ottobre 2024 – ha rilevato la presenza di PFAS nel 79% dei casi. (16) I ricercatori, si noti bene, hanno analizzato 58 molecole. Vale a dire, più del doppio rispetto alle sole 24 che la Commissione europea raccomanda agli Stati membri di monitorare (17,18).
6) Disastro sanitario
Un recente studio dell’Università di Padova ha rilevato un incremento significativo dei casi di mortalità prematura per malattie cardiovascolari e tumori (ai testicoli e ai reni, segnatamente) nella popolazione residente in un’area di 190 km2, in Veneto (Nord-est Italia), esposta per oltre trent’anni all’inquinamento da PFAS da un’industria fluorochimica. (19)
La letteratura scientifica è del resto consolidata nell’associare l’esposizione umana alle sostanze del gruppo PFAS con un’ampia serie di danni alla salute:
– riduzione della fertilità, diabete gestazionale e ipertensione indotta dalla gravidanza
– difetti congeniti e ritardo dello sviluppo, allergie e asma nei bambini, osteoporosi in giovane età
– danni ai sistemi immunitario, endocrino, neurologico, epatico, resistenza all’insulina
– tumori, alterazioni genetiche.
7) Bonifica ambientale, costi trilionari
I ricercatori coinvolti nel progetto ‘The Forever Lobbying Project’ – Ali Ling (Facoltà di Ingegneria dell’Università di St. Thomas, USA) e Hans Peter Arp (Università norvegese di scienza e tecnologia e Istituto geotecnico norvegese) – stimano che:
– i costi per la bonifica ambientale dall’attuale inquinamento da PFAS, compresi i PFAS emergenti, nella sola Europa possono superare i 2 trilioni di euro nei prossimi 20 anni (100 mld/anno);
– gli interventi prioritari devono riguardare la bonifica dei siti con le maggiori concentrazioni di PFAS a catena lunga, con un investimento di 4,8 miliardi di euro l’anno;
– tali costi sono destinati ad aumentare, in misura anche significativa, se le industrie continueranno a produrre e utilizzare i ‘forever chemicals’. Il loro divieto è perciò urgente. (20)
8) Commissione europea, European Chemical Agency
La Commissione europea – da sempre sensibile, un eufemismo, alle lobby finanziarie e delle grandi industrie – ha deliberatamente escluso l’introduzione di soglie legali alla presenza di PFAS sia nella recente revisione della Potable Waters Directive (EU) 2184/2020, (21) sia nella generalità degli alimenti. (17) Con la sola eccezione dei limiti stabiliti per quattro sostanze (PFOS, PFOA, PFNA, PFHxS, e la loro somma) su uova, carne, pesce, crostacei, molluschi e frattaglie. (14)
Solo grazie all’iniziativa di cinque Paesi membri – Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia, che il 13 gennaio 2023 hanno presentato una proposta di revisione del regolamento REACH (Registration, Evaluation, and Authorisation of Chemical Substances) Regulation (EC) 1907/2006, – ECHA (European Chemical Agency) ha dovuto considerare l’ipotesi di introdurre restrizioni all’utilizzo di PFAS. Affidando tale valutazione non solo all’analisi del rischio, ma anche a quella socio-economica. (22)
9) Bruxelles, orizzonte tossico
‘Sappiamo che stiamo cercando di vietare l’uso dei PFAS nei prodotti di consumo’, ha dichiarato la Commissaria europea per l’ambiente Jessika Roswall, in un’intervista a Reuters. ‘Ciò è importante per noi esseri umani, ovviamente, ma anche per l’ambiente e credo anche per l’industria, in modo che sappia come eliminare gradualmente i PFAS’. (2)
L’orizzonte è tossico, quanto il presente e il passato. Al di là delle parole vuote della Commissaria, si annota quanto segue:
– il 14 ottobre 2020 la prima Commissione von der Leyen aveva già promesso una riforma sistematica del regolamento REACH, nella EU ‘Chemicals Strategy for Sustainability: Towards a Toxic-free Environment’. Con la prospettiva di vietare PVC, PFAS, ritardanti di fiamma, parabeni e altre sostanze chimiche tossiche, tra 5.000 e 7.000 veleni complessivamente, entro il 2030;
– il 25 aprile 2022 la Commissione aveva poi presentato una ‘restriction roadmap’ ove i predetti impegni sono stati rinviati all’ultimo trimestre 2023 (23,24). In quello stesso periodo la valutazione di ECHA sull’ipotesi di restrizioni all’uso delle PFAS (proposta da cinque Stati membri, e non dalla Commissione) è stata paralizzata dalla raccolto più di 5.600 commenti, in prevalenza di parte industriale; (25)
– l’unica restrizione all’uso di PFAS finora introdotta, con un periodo transitorio di cinque anni, ha riguardato una sola sostanza del gruppo, PFHxA. (26) La Commissione ha rinnegato gli impegni da essa stessa assunti sia nella ‘Chemicals Strategy’, sia nella ‘Farm to Fork Strategy’. Al punto da ritirare la proposta SUR (Sustainable Use and reduction of pesticides Regulation), dopo il contestato rinnovo di autorizzazione al glifosato (27,28,29).
10) Lobby industriali, i segreti svelati
‘The Forever Lobbying Project’ – il rapporto d’indagine pubblicato il 14 gennaio 2025, sulla scia del ‘Forever Pollution Project’ – si basa su oltre 14.000 documenti inediti sui ‘forever chemicals’, ottenuti anche grazie a 184 richieste di accesso agli atti, ora resi pubblici online e conservati nella Industry Documents Library dell’Università di California (San Francisco, USA). (30)
Le lobby industriali sono animate dall’industria della plastica, con il supporto delle associazioni di categoria del settore CEFIC e Plastics Europe, di batterie e semiconduttori, tecnologia medica e farmaceutica, e altri settori manifatturieri. ‘Collettivamente, le maggiori aziende produttrici di PFAS hanno registrato un aumento medio della spesa dichiarata per la lobby UE del 34% solo nell’ultimo anno’ (31,1).
11) ‘Mercanti di dubbi’
Una squadra di 18 accademici e avvocati internazionali di Zurigo, Stoccolma, Toronto, Rotterdam e altrove, esperti in chimica ambientale e criminologia – con il supporto di Gary Fooks (Università di Bristol, UK) – ha sviluppato un metodo di ‘stress test’ per l’analisi critica degli argomenti dedotti dalle lobby industriali a sostegno del ‘business as usual’. (1)
Le industrie dei veleni si avvalgono di società di consulenza, lobby e comunicazione per finanziare ‘valutazioni di impatto’ e altri studi favorevoli al settore; promuovere iniziative morbide di ‘self-regulation’ in opposizione a regole severe; coltivare dubbi sull’evidenza scientifica dei disastri ambientali e sanitari provocati da queste sostanze.
Gli argomenti chiave delle lobby di settore ‘sono allarmistici, falsi, fuorvianti o potenzialmente disonesti. L’indagine descrive come i lobbisti del settore ricorrano a tattiche di influenza tipiche del mondo aziendale, utilizzate nel corso dei decenni per difendere il tabacco, i combustibili fossili e altri prodotti chimici e pesticidi. Il dibattito pubblico sui PFAS è stato ora inquinato da questi ‘mercanti di dubbi’. (1)
12) Competitività e veleni in UE. Il rapporto Draghi
Le raccomandazioni contenute nel rapporto sulla competitività in UE a firma dell’ex presidente della ECB (European Central Bank) Mario Draghi, vale la pena aggiungere, includono alcuni riferimenti alle PFAS che non a caso coincidono con le posizioni delle industrie dei veleni:
– ‘La valutazione del rischio della normativa UE non sempre si basa sull’esposizione effettiva, imponendo ulteriori vincoli a prodotti e processi. Il regolamento sui PFAS, ad esempio, vieta 10.000 sostanze, ma è allo stesso tempo difficile da applicare per i prodotti importati, anche per la mancanza di capacità di laboratorio (distorcendo le condizioni di parità)’;
– ‘un eventuale prossimo divieto di una serie di sostanze PFAS avrebbe un impatto sull’uso di sostanze necessarie per produrre tecnologie pulite (batterie ed elettrolizzatori), per le quali attualmente non esistono alternative. L’eventuale divieto di una serie di sostanze PFAS potrebbe avere ripercussioni anche sull’industria europea dei refrigeranti utilizzati nelle pompe di calore (…)’. (32)
13) Liberare l’UE dalle sostanze tossiche! Petizione
Corporate Europe Observatory – oltre ad avere partecipato attivamente a ‘The Forever Lobbying Project’ (33) – ha lanciato la petizione che segue, da inviare alla Commissione Europea, al Parlamento Europeo e ai Capi di Stato dell’UE:
– ‘Vi invitiamo a impegnarvi per un’Europa libera da sostanze tossiche e ad attribuire priorità urgente alla lotta contro le sostanze chimiche tossiche nei nostri ecosistemi, l’aria, l’acqua e gli organismi umani;
– chiediamo di attuare pienamente le promesse dell’Unione Europea nella sua strategia per la sostenibilità delle sostanze chimiche, per garantire un’Europa libera da sostanze tossiche entro il 2030;
– un’attenzione particolare deve venire rivolta alla riforma sistematica del regolamento REACH, al fine di assicurare la rapida messa al bando delle sostanze chimiche più nocive nei prodotti di consumo;
– insistiamo per la piena esecuzione del piano d’azione UE per eliminare gradualmente le PFAS e sostenere i negoziati per il loro divieto universale. Queste sostanze devono venire comunque vietate nelle legislazioni settoriali, come quelle sui giocattoli, sui cosmetici, sugli imballaggi e sui materiali a contatto con gli alimenti;
– richiediamo poi di aiutare le comunità colpite da inquinamento chimico permanente e garantire un monitoraggio approfondito, la bonifica del terreno, piani sanitari e di altro tipo in risposta alle loro esigenze;
– si affermi infine la piena responsabilità dei produttori di PFAS e le aziende collegate’.
La petizione può venire sottoscritta sul sito web di Corporate Europe Observatory, al link https://tinyurl.com/3824nbup.
#Égalité
Dario Dongo
Note
(1) The Forever Lobbying Project https://tinyurl.com/fkkn42zs
(2) Marta Strinati. PFAS substances are carcinogenic, IARC confirms. FT (Food Times). December 3, 2023
(3) Si veda da ultimo Logan Running et al. Investigating the Mechanism of Neurotoxic Effects of PFAS in Differentiated Neuronal Cells through Transcriptomics and Lipidomics Analysis. ACS Chem. Neurosci. 2024, 15, 24, 4568–4579 https://doi.org/10.1021/acschemneuro.4c00652
(4) Kate Abnett. EU plans ban on ‘forever chemicals’ in consumer products. Reuters. January 20, 2025 https://tinyurl.com/3etpze2c
(5) Glüge J et al. An overview of the uses of per- and polyfluoroalkyl substances (PFAS). Environ Sci Process Impacts. 2020 Dec 1;22(12):2345-2373. doi: 10.1039/d0em00291g
(6) C.S-C. Liou et al. Investigating the biodegradability of perfluorooctanoic acid. Chemosphere. Volume 8, Issue 2, June 2010, pages 176-183. https://doi.org/10.1016/j.chemosphere.2010.03.009
(7) Gaber N, Bero L, Woodruff TJ. The Devil they Knew: Chemical Documents Analysis of Industry Influence on PFAS Science. Ann Glob Health. 2023 Jun 1;89(1):37. doi: 10.5334/aogh.4013
(8) Ewg (2019). For 50 Years, Polluters Knew PFAS Chemicals Were Dangerous
But Hid Risks From Public https://tinyurl.com/5ptt4v2d
(9) Sarah Pilz, Craig Shaw. The poison of the century. The Black Sea. January 14, 2025 https://tinyurl.com/44p2ppfp
(10) Dario Dongo, Alessandra Mei. Environmental crimes, the new EU directive. FT (Food Times). March 7, 2024
(11) The Forever pollution project. Journalists tracking PFAS across Europe https://foreverpollution.eu
(12) Dario Dongo. TFA, PFAS. From pesticides to drinking water. FT (Food Times). October 17, 2024
(13) Marta Strinati. PFAS in non-organic fruits and vegetables through pesticides. PAN Europe study. FT (Food Times). February 26, 2024 https://www.foodtimes.eu/food-system-en/pfas-in-non-organic-fruits-and-vegetables-through-pesticides-pan-europe-study/
(14) Marta Strinati. PFAS, go for limits in meat, fish, eggs and other foods of animal origin. FT (Food Times). January 20, 2023
(15) Marta Strinati, Dario Dongo. PFAS in rainwater and food, global ban urgently needed. FT (Food Times). August 26, 2022
(16) Giuseppe Ungherese. PFAS: le nostre analisi sull’acqua potabile rivelano dati preoccupanti in tutte le Regioni d’Italia. Greenpeace Italia. 22.1.25 https://tinyurl.com/5euf2726
(17) Si veda il paragrafo 4 al precedente articolo di Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. PFAS, furans, glycoalkaloids, Alternaria. European Commission ‘recommends’ rather than bans. FT (Food Times). September 23, 2022
(18) Dario Dongo. PFAS and microplastics, EU guidelines for monitoring and analysis of drinking water. FT (Food Times). August 30, 2024
(19) Marta Strinati, Ylenia Desireè Patti Giammello. Inquinamento da PFAS, quasi quattromila morti in più in 30 comuni veneti. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.6.24
(20) Unaffordable. The absurd cost of ‘PFAS as usual’. Forever Pollution Project https://tinyurl.com/32y87288
(21) Dario Dongo, Ylenia Desireè Patti Giammello. Drinking water, the universal right and the EU directive. FT (Food Times). July 9, 2021
(22) Dario Dongo. PFAS. Restriction on EU use of forever chemicals under consideration by ECHA. FT (Food Times). February 23, 2023
(23) Marta Strinati. Hazardous chemicals, the European Commission’s Restrictions Roadmap. FT (Food Times). May 3, 2022
(24) Alessandra Mei. Postponed approval of changes to REACH. The chemical lobby can rejoice. FT (Food Times). October 26, 2022
(25) ECHA receives more than 5 600 comments on PFAS restriction proposal. ECHA. Press release, 23 September 2023 https://tinyurl.com/8ezm2ccw
(26) Dario Dongo, Paolo Rebolini. PFAS, restrictions on the use of PFHxA in the European Union. FT (Food Times). 25.9.24
(27) Dario Dongo. Protesting farmers, pesticides instead of #fairprice. FT (Food Times). February 7, 2024
(28) Dario Dongo. No to reducing pesticides, yes to glyphosate. ToxicEurope. FT (Food Times). November 23, 2023
(29) Dario Dongo. Glyphosate, the case at the EU Court of Justice. FT (Food Times). December 12, 2024
(30) Industry Corporate Library, University of California (San Francisco, USA) https://tinyurl.com/frttubzt. I documenti sono altresì conservati dalla Columbia University e dalla City University of New York, tra i ‘Toxic Docs’ https://tinyurl.com/yc368cp3
(31) The Chemour Company, costituita nel 2015 come spin-off di Dupont, nel 2024 ha raddoppiato le spese per la lobby in UE. Tra i suoi azionisti, per il 70,3 % in mano USA, figurano BlackRock (10,6%), Vanguard (10,1%), JP Morgan (2,1% e Geode (1,7%. Fonte Market Screener (https://tinyurl.com/5yu4dutm)
(32) Si vedano le pagine 101 e 129 nel rapporto ‘The future of European competitiveness – In-depth analysis and recommendations’. September 9, 2024 https://tinyurl.com/rbunw2ey
(33) Chemical reaction: Inside the corporate fight against the EU’s PFAS restriction. Corporate Europe Observatory. January 2025 https://tinyurl.com/446we88x
Dario Dongo, lawyer and journalist, PhD in international food law, founder of WIISE (FARE - GIFT - Food Times) and Égalité.