Pro e contro delle padelle antiaderenti. Il test francese su 14 prodotti

0
1183
padelle antiaderenti

Le padelle antiaderenti suscitano qualche timore per la salute, ma vengono regolarmente impiegate in cucina. Il mensile dei consumatori francesi 60 Millions de Consommateurs ne ha valutate 9 con rivestimento tipo Teflon o in ceramica e 5 in ferro o acciaio, per misurare la migrazione di sostanze chimiche negli alimenti. (1)

Padelle antiaderenti, l’incubo PFOA

Il composto chimico più temuto del Teflon è l’acido perfluoroottanoico (PFOA), fino a poco tempo fa impiegato regolarmente nel processo di produzione delle padelle antiaderenti (oltre che in tessuti e vernici). Si tratta di un materiale efficace nel rendere impermeabili ad acqua e grassi le superfici, ma dannatamente nocivo.

Dopo decenni di impiego, è stato riconosciuto come pericoloso per la salute e per l’ambiente, ove si accumula senza vie d’uscita. Negli Stati Uniti una battaglia legale durata vent’anni si è conclusa nel 2019 con la condanna del produttore DuPont a risarcimenti milionari per avere causato gravi malattie. (2)

Sostituti sospetti

Il PFOA è classificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) in classe 2B (possibilmente cancerogeno per l’uomo). Aumenta il rischio di cancro a reni e testicoli e di malattie cardiovascolari, può alterare lo sviluppo del feto e indebolire il sistema immunitario.

Le evidenze scientifiche e la crescente attenzione dei consumatori hanno convinto l’industria ad abbandonarlo (incoraggiata dal parere EFSA del 4.7.20) e sostituirlo con altre sostanze perfluoroalchiliche (PFAS). Le quali però a loro volta sono sospettate di nuocere alla salute e all’ambiente.

Il test sulle padelle antiaderenti

Per verificare se il pericoloso PFOA sia stato davvero dalle padelle antiaderenti in commercio, gli esperti di 60 Millions de Consommateurs hanno:

– abraso lievemente il rivestimento delle padelle antiaderenti, per simulare un’anzianità d’uso di circa 10 settimane,

– messo le padelle ‘usate’ a contatto con prodotti alimentari.

I rivestimenti sono stati quindi analizzati, per verificare la presenza di contaminanti come i composti perfluorati (es. PFOA) e i metalli.

Il risultato

Al termine della prova, tre padelle antiaderenti sono risultate contaminate da piccole quantità di PFOA. Si tratta dei campioni di:

– Sitram (2,3 ng/kg),

– Lagostina Salvaspazio (2,17 ng/kg),

– Essentiel B (1,36 ng/kg).

Le concentrazioni rilevate sono minime, pertanto incluse nel margine di tolleranza ammesso per la contaminazione accidentale. E tuttavia – ironia della sorte o meglio, dell’inganno – i 3 campioni contaminati sono proprio quelli che declamano l’assenza di PFOA.

Effetto cocktail

L’effetto cocktail – con profili di tossicità ignota – è stato rilevato in 2 dei 3 prodotti di cui sopra, i quali infatti rilasciano altri composti perfluorurati.

La padella Essential B rileva per la migrazione di PFHxA (1,1 ng/kg). Quella Sitram cede all’alimento ben due sostanze, PFHxS (1,95 ng/kg) e PFOSA (3,4 ng/kg). Quest’ultima – oggetto di valutazione in corso, quale sostanza tossica e persistente – è stata altresì ritrovata nella padella Tefal Ingenio (1,85 ng/kg) e in quella con rivestimento ceramico a marchio Matfer (7,92 ng/kg).

Unica del campione, la Buyer Choc cede all’alimento 1,13 mg/kg di alluminio, a fronte di una soglia di 5 mg/kg.

Acciaio, inox è meglio

Tutte le 5 padelle in acciaio senza rivestimento antiaderente rilasciano ferro in misura variabile. Lagostina Academia (2,5 mg/kg), Beka (2,9 mg/ kg), Tefal Inox (2,4 mg/kg), Mathon (1,6 mg/kg).

Molto elevata è la migrazione di ferro dalla padella De Buyer Mineral B, l’unica in acciaio non inox, che cede all’alimento ben 526 mg/kg, quasi il doppio della soglia stabilita (280 mg).

Antiaderenti anche se in acciaio

Nel test sull’aderenza dei cibi in cottura, le padelle in acciaio ottengono ottimi risultati. La migliore performance è di Mathon e Beka. Un po’ meno brillante è la resa di Tefal Inox e De Buyer Mineral B. Maluccio invece la Lagostina Academia, laddove la pasta della crêpe si attacca sul 7% della superficie.

Per migliorare le prestazioni di antiaderenza delle padelle in acciaio, si ricorda, è utile sottoporre l’utensile nuovo a un trattamento molto semplice. Versare dell’olio, portarlo al punto di fumo, gettarlo via e asciugare la padella.

Un anno dopo

L’antiaderenza è pressoché totale nelle padelle con rivestimento ad hoc. Meno performante è la Essentiel B, difficilmente reperibile in Italia.

Con un’abrasione che simula l’uso prolungato per un anno, tre padelle perdono colpi: Mafter, Lagostina Salvaspazio e Essentiel B. Conservano invece le proprietà iniziali le padelle Green Chef, Healty & Tasty e Sitram. Escono male invece quelle con rivestimento in ceramica, Matfer e Tefal Asteroid.

Marta Strinati

Note

(1) Amine Meslem. Poêles antiadhésives. Sont-elles sûres? 60 Millions de Consommateurs, aprile 2022. https://www.60millions-mag.com  

(2) Per una ricostruzione dei fatti si veda l’intervista all’avvocato Robert Bilot, autore della class action, pubblicata su Altreconomia il 1.12.17. https://altreconomia.it/bilott-pfas/ 

+ posts