Il Coordinamento Europeo via Campesina (ECVC), una confederazione a livello europeo di sindacati e organizzazioni di contadini, piccoli e medi agricoltori e lavoratori agricoli, si batte da tempo per una agricoltura sostenibile, familiare e diversificata. Già nel 2017 ha pubblicato un documento con 12 punti per mettere luce sui rischi per la salute e per l’ambiente di una possibile deregolamentazione dei nuovi OGM che qui riproponiamo.
I nuovi OGM
I nuovi OGM, detti anche New Genomic Techniques (NGT) o New Breeding Techniques (NBT) rappresentano il più recente stadio di avanzamento delle tecnologie sulle manipolazioni genetiche. Si differenziano dalla transgenesi per il fatto che il nuovo materiale genetico che viene inserito in una pianta proviene da un’altra pianta della stessa specie o analoga. (1)
Le grandi industrie della biotech sostengono che le nuove piante che si ottengono siano del tutto simili a quelle risultanti dalla tradizionale selezione naturale da sempre esercitata da contadini e piccoli agricoltori per migliorare la resistenza delle piante. E proprio su tale base stanno facendo pressioni sull’Unione europea e sugli Stati Membri affinché vengano deregolamentati, nascondendo i rischi imprevedibili e inattesi che tali manipolazioni genetiche possono generare, come le alterazioni genetiche non intenzionali (Kawall, 2021). (2)
Non sono stati effettuati neanche studi per valutare se vi sia una correlazione tra i mangimi a base di prodotti OGM e gli effetti notati dagli allevatori negli animali. Tra i quali, una vita più breve, diminuzione della fertilità e minore vitalità dell’animale. (3)
L’apertura della politica ai nuovi OGM
La Commissione Agricoltura e Ambiente del Senato ha liberalizzato la sperimentazione in campo aperto dei nuovi OGM attraverso un emendamento al ‘decreto siccità’ (decreto legge 39 del 14.4.23), convertito nella legge 68/23. Nel decreto si parla di ‘Tecniche di Evoluzione Assistita’ (TEA), probabilmente per non allarmare un Paese in cui gli OGM non sono mai entrati. (4)
Dall’Europa nel frattempo, che ha già mostrato di aver assimilato la narrazione delle lobby delle sementi, (5) trapela una bozza di proposta di regolamento della Direzione Generale Salute (DG SANTE) che sarebbe dovuta rimanere nascosta fino alla riunione della Commissione europea del 5 luglio. (6)
La proposta è di creare due categorie di piante NTG. La ‘categoria 1’, comprendente le piante modificate ma che presentano modifiche che potrebbero essere presenti in natura od ottenute tramite le tecniche di riproduzione convenzionali. Per queste sarebbe sufficiente la sola notifica della messa in commercio, senza obblighi di etichettatura, valutazione del rischio o tracciabilità – eccetto per quelle resistenti agli erbicidi.
Verranno considerate ‘equivalenti’ alle tradizionali piante quelle che hanno subito l’inserimento o la sostituzione di massimo 20 nucleotidi o la cancellazione di un numero non precisato di nucleotidi; l’inversione di una sequenza o l’inserimento di una sequenza di DNA proveniente da una pianta della stessa specie.
L’obbligo di etichettatura rimarrà per le NTG che non rientrano nei requisiti elencati e che confluiscono nella ‘categoria 2’. Neanche per queste sarà obbligatorio un monitoraggio né richiesto un metodo di rilevamento delle modifiche fatte. La volontà è quella di inserire nel mercato i nuovi OGM, nonostante la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2018 che le equipara a tutti gli effetti agli organismi geneticamente modificati.
La battaglia delle organizzazioni civili
ECVC, assieme ad altre 38 organizzazioni, ha sottoscritto una lettera aperta alla Commissione europea in seguito alla pubblicazione della proposta DG SANTE per chiedere una inversione di marcia in materia di sementi. Abbiamo bisogno di più diversità di specie, di promuovere un’agricoltura veramente sostenibile, diminuendo l’uso di pesticidi ed erbicidi (che vengono utilizzati massicciamente nelle colture OGM). Rivendicano inoltre il diritto dei contadini di moltiplicare, scambiare e vendere i propri semi. (7)
Una battaglia portata avanti da tempo contro l’inganno virale (viral deception). Ecco i 12 punti pubblicati nel 2017 (3) per analizzare e smascherare la retorica delle multinazionali delle sementi e far emergere i rischi di una eventuale liberalizzazione delle Nuove Tecniche Genomiche.
1 – Solo se i consumatori sono informati possono respingere gli OGM
Se oggi solo l’1% degli alimenti contiene prodotti OGM – e vi è l’obbligo di indicarlo in etichetta – è proprio grazie alle mobilitazioni dei consumatori, contadini e cittadini europei. Tuttavia, la maggior parte dei mangimi animali che arrivano dal continente americano contiene OGM (e i prodotti da questi derivanti non vengono etichettati come OGM).
2 – Sono stati rinominati NTG per vendere OGM senza informare i consumatori
Gli OGM sono stati rinominati per far credere all’opinione pubblica che non implicano mutazioni genetiche. I termini ‘miglioramento delle piante’ o ‘tecniche di selezione’ ci rimandano alle tecniche tradizionali di miglioramento delle piante ottenute attraverso un lungo processo di selezione delle caratteristiche desiderate e di moltiplicazione delle piante. Ma così non è. Anche le NTG intervengono a livello dei geni, come la transgenesi. Provocano mutazioni genetiche che non si hanno in natura e sono tecniche che avvengono in vitro. Sono a tutti gli effetti organismi geneticamente modificati.
3 – L’essere umano non può inventare la natura
Le industrie del biotech hanno da subito cercato di proteggere con brevetto i nuovi OGM. Tuttavia, i brevetti si applicano alle invenzioni e non alle scoperte o a fenomeni naturali come l’incrocio o la selezione. Se, come ci raccontano, le modifiche ottenute con le NTG sono processi che si avrebbero anche in natura, queste sono da considerarsi scoperte, non invenzioni.
4 – La tradizione non può essere novità
Sorge quindi una contraddizione: i nuovi OGM devono considerarsi tecniche nuove o tradizionali? Le lobby delle sementi chiedono che le NTG non vengano assoggettate allo stringente regolamento sugli OGM in quanto il risultato ottenuto è paragonabile a quello ottenuto dalle tradizionali tecniche di selezione della specie. Ma un brevetto può essere concesso solo per una innovazione.
5 – Alterazioni genetiche rese invisibili
Le industrie insistono sul fatto che le piante ottenute attraverso le NTG sono identiche a quelle esistenti od ottenute tramite tecniche tradizionali di selezione. A tale scopo, presentano solo la nuova proteina prodotta, detta ‘informazione genetica’, al fine del brevetto, senza fornire informazioni su eventuali ulteriori alterazioni presentatesi nella piante. In realtà, afferma l’organizzazione, è probabile che, attraverso un’analisi specifica del genoma, si possano distinguere le piante ottenute con le nuove tecniche dalle altre.
6 – Rischi per la salute e per l’ambiente
Affermare che non vi siano differenze tra le piante ottenute attraverso le NTG e permettere la loro coltivazione in pieno campo senza obbligo di tracciamento, ci espone a rischi per la nostra salute e per l’ambiente. Non ci sono infatti dati basati su una ‘lunga storia di sicurezza’ come il principio di precauzione vorrebbe. Senza esami sulle piante non possiamo verificare se vi siano state alterazioni indesiderate. Le quali andrebbero a contaminare le altre colture attraverso gli impollinatori o trasportate dal vento. L’industria chiede una deregolamentazione degli OGM con lo sguardo verso la legge statunitense basata sulla ‘sostanziale equivalenza’, che non guarda al processo ma solo al prodotto finale. Non ci si focalizza sull’intera pianta, che potrebbe mostrare modificazioni non desiderate, ma solo sul tratto genetico rivendicato, eliminando ogni possibile sospetto di rischio.
7 – L’industria può chiedere di brevettare tutti i semi esistenti
Se non viene fatta distinzione tra le piante ottenute con NTG e le tradizionali, l’industria può rivendicare la proprietà di tutte quelle piante che presentano lo stesso tratto genetico brevettato. Sia le piante OGM che quelle che li presentano naturalmente. Anche i semi che i piccoli agricoltori e contadini si sono tramandati per generazioni o quelli conservati nelle banche dei semi sono a rischio di appropriazione da parte delle lobby delle sementi.
8 – E tuttavia, trasparenza e tracciabilità sono semplici
Nel caso in cui ci sia difficoltà nel distinguere un prodotto derivato da NTG la legge vuole che venga applicato il regolamento sugli OGM che impone una rigorosa tracciabilità dei prodotti interessati. Se il prodotto non è etichettato, tracciato o distinguibile in ogni modo da un prodotto naturale o un derivato da un processo convenzionale, il possessore del brevetto non può rivendicare nessun tipo di proprietà.
9 – Scomparsa delle piccole e medie imprese
Le grandi industrie biotech affermano che le NTG saranno più competitive. In realtà, gli investimenti pubblici saranno dirottati verso le poche grandi aziende che hanno gli strumenti per sviluppare i nuovi OGM. Le piccole aziende che non hanno i mezzi per produrre nuove piante, diventeranno dipendenti dai brevetti delle grandi aziende. Già oggi il 75% del mercato mondiale dei semi è in mano a 10 aziende e solo 3 di loro ne detengono più della metà.
10 – Soppressione dei diritti dei contadini e piccoli agricoltori sui propri semi
Nei paesi in cui sono stati permessi, gli OGM hanno contaminato tutte le altre colture non geneticamente modificate. 15 anni dopo la loro immissione nei campi, gli OGM hanno contaminato il 95% di mais, soia, colza e cotone del Nord America. I contadini locali sono stati citati in giudizio dalle industrie delle sementi perché stavano inconsapevolmente riproducendo piante brevettate. Hanno perso il diritto sui semi che per anni si sono tramandati e sono stati obbligati a comprare semi OGM ogni anno.
11 – Ulteriore riduzione della biodiversità
La biodiversità delle coltivazioni è stata già profondamente erosa da mezzo secolo di rivoluzione verde che ha rimpiazzato milioni di varietà di colture locali con poche migliaia di varietà ‘migliorate’. Ora, con l’ingegneria genetica, poche centinaia di geni brevettati stanno invadendo le coltivazioni del pianeta.
12 – Controllare le persone attraverso il controllo del loro cibo
La grande varietà di semi selezionati dai contadini durante i millenni saranno rimpiazzati da poche banche dei semi brevettate. Perderemo la capacità di adattare le piante ai cambiamenti climatici e le future generazioni non avranno la possibilità di nutrirsi autonomamente.
Il diritto al cibo, la sovranità alimentare e la sicurezza alimentare delle persone potrebbero sfuggire a ogni forma di controllo pubblico e sarebbero invece soggetti alla sola volontà degli azionisti di una manciata di multinazionali.
Alessandra Mei
Note
- Redazione GIFT. NBT, il lato oscuro delle nuove tecniche di editing. Rassegna scientifica. GIFT (Great Italian Food Trade) 6.3.2021
- Katharina Kawall (2021). The generic risks and the potential of SDN-1 applications in crop plants. Plants (Basel). 2021 Nov; 10(11): 2259. doi: 10.3390/plants10112259 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8622673/
- ECVC. New plant breeding techniques – 12 reasons to STOP these ‘New GMOs’. 22.9.2017 https://www.eurovia.org/publications/new-plant-breeding-techniques-12-reasons-to-stop-these-new-gmos/
- Dario Dongo, Marta Strinati. Italia. Il ‘decreto siccità’ diventa un cavallo di Troia per i nuovi OGM. La società civile protesta. GIFT (Great Italian Food Trade) 31.5.2023
- Dario Dongo, Alessandra Mei. Nuovi OGM, deregulation in vista in Unione Europea? GIFT (Great Italian Food Trade). 10.3.2023
- Proposal for a regulation of the european Parliament and of the Council on plants obtained by certain new genomic techniques and their food and feed, and amending Directives 68/193/EEC, 1999/105/EC, 2002/53/EC, 2002/55/EC, and Regulation (EU) 2017/625. https://www.croceviaterra.it/wp/wp-content/uploads/2023/06/Draft-NGT-proposal_CIC.pdf
- ECVC. Joint letter to the European Commission on the EU seed marketing legislation. 31.5.2023 https://www.eurovia.org/news/joint-letter-to-the-european-commission-on-the-eu-seed-marketing-legislation/