Biologico, nessun animale in gabbia

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Grazie all’iniziativa dei cittadini UE ‘End the Cage Era è ripreso il dibattito sull’impiego di gabbie negli allevamenti. È opportuno chiarire come il settore biologico già garantisca il benessere animale, anche sotto tale aspetto. Una ragione in più per accordare fiducia a questa filiera.

Allevamenti bio, nessun animale in gabbia

Il regolamento CE 834/07 – ‘relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici’ – dispone quanto segue, in ordine alle produzioni animali.

È vietato tenere gli animali legati o in isolamento, salvo singoli capi per un periodo limitato e nei limiti giustificati da motivi veterinari, di sicurezza o di benessere animale’.  (1)

Il regolamento CE 889/2008, a sua volta, prescrive che ‘tutti i giovani mammiferi sono nutriti con latte materno, di preferenza rispetto al latte naturale, per un periodo minimo di 3 mesi per i bovini (…) e gli equidi, 45 giorni per ovini e caprini e 40 giorni per i suini.’ (2)

La stabulazione fissa è dunque vietata, nella filiera del biologico. E le superfici minime a disposizione degli animali sono ben più ampie dello spazio angusto a cui viene associato il concetto di ‘gabbia’. (3)

Gli allevamenti bio comprendono una zona di box collettivi (ove stanno le scrofe in gestazione, quando non accedono alle aree scoperte, con zona di riposo a lettiera), una zona parto e una sala svezzamento.

Nella prassi, si tende a separare le scrofe gravide dal resto della mandria, mettendole assieme tra loro. Al fine di ridurre l’incidenza di aborti da trauma, che potrebbero invece occorrere in ipotesi di convivenza con l’intera mandria.

Così, per esigenze di benessere e salute, i lattonzoli alla nascita sono mantenuti assieme alla scrofa nella zona di svezzamento, separata dal resto dell’allevamento. Per il bene di tutti, tenuto anche conto dell’attitudine aggressiva della scrofa dopo il parto, e della conseguente necessità di un attento controllo del personale di stalla.

Allevamenti bio, i controlli a garanzia del benessere animale 

Se mai un allevamento biologico ospitasse le scrofe nelle gabbie (di superficie pari a 3,5 mq, come previsto negli allevamenti convenzionali) o comunque in box di dimensioni inferiori a quelle stabilite dal reg. CE 889/2008, si riscontrerebbe una non conformità, soggetta ad apposita sanzione.

La prima violazione è sanzionata mediante diffida, vale a dire con una intimazione a correggere l’inosservanza in tempi definiti e predisporre le opportune azioni correttive affinché non si ripeta.

In ipotesi di inadempimento alle prescrizioni imposte nella diffida, ovvero di reiterazione, scatta la non dichiarazione di non conformità dei prodotti, ai quali viene ritirata la certificazione. L’operatore ha perciò divieto di riportare indicazioni relative al metodo di produzione biologica nell’etichettatura dell’intera famiglia.

Qualora poi, a seguito del ritiro della certificazione, non vengono poste in essere le misure correttive, l’inadempienza assume carattere sostanziale che compromette la certificazione dell’intero processo di produzione. L’organismo di controllo è in questo caso tenuto a sospendere la certificazione o a escludere l’operatore dal sistema di controllo.

Chi avesse notizia della gestione non conforme di allevamenti biologici in Italia è comunque invitato a fare una segnalazione all’organismo di controllo interessato (4), il quale è tenuto a gestire ogni reclamo secondo le procedure stabilite.

Dario Dongo

Note

(1) Cfr. reg. CE 834/07, articolo 14.1.vi

(2) V. reg. CE 889/08, recante modalità di attuazione del regolamento CE 834/07, articolo 20.1

(3) Alle ‘scrofe in allattamento con suinetti fino a 40 giorni – Superficie coperta netta disponibile per gli animali 7,5 mq; Superficie scoperta (spazi liberi, esclusi i pascoli) 2,5 mq’. Cui si aggiungono, per ciascuno dei ‘suinetti fino a 30 kg – Superficie coperta netta disponibile per gli animali 0,6 mq; Superficie scoperta (spazi liberi, esclusi i pascoli) 0,4 mq’. Cfrreg. CE 889/08, art. 10.4 e Allegato III

(4) I riferimenti degli organismi di controllo relativi a tutte le aziende biologiche italiane sono reperibili sul sito www.databio.it, che indica lo status di ogni e impresa e il nome del suo organismo di controllo

Alfonso Piscopo
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Veterinary Director of the Provincial Health Authority of Agrigento and member of the scientific committee 'Eurocarni', he is the author and co-author of hundreds of scientific and non-scientific articles in national and international journals.