CETA, ‘Italian sounding’ e contraffazione

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Nel silenzio dei ‘mainstream media’, come è d’uso sulle questioni che i poteri forti intendono portare avanti senza intralci (1) da parte della popolazione, l’accordo CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) è stato concluso, in attesa delle ratifiche parlamentari.

Tale accordo malauguratamente include le derrate agricole e alimentari, il che comporterà di fatto la maggior cedevolezza delle nostre frontiere a prodotti derivati da animali clonati e loro progenie, derrate OGM e ‘diversamente OGM’ (NPBTs), cereali e semi trattati con glifosato e dicamba anche dopo la raccolta, eccetera.

 Risulterà poi più facile trovare sui nostri scaffali prodotti già ora reperibili in Italia nei negozi di ‘specialità’, o ‘delikatessen’, come Castroni a Roma. 

Una bottiglia di condimento per insalata vale a esprimere la più grossolana mistificazione del ‘Made in Italy’ alimentare, in palese violazione tra l’altro delle norme vigenti. Laddove, in un prodotto designato con marchio di sonorità italiana (‘Cardini’), si vanta la presenza di un improbabile ‘Italian cheese’ poi citato come ‘Parmesan‘, in spregio alla Convenzione di Stresa del 1951 e al sistema europeo di tutela del Parmigiano Reggiano DOP.

Teniamoci forte!

Dario Dongo

Note

(1) http://ttip2016.eu/sign-the-petition-against-ttip-and-ceta-copy.html

Alfonso Piscopo
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Veterinary Director of the Provincial Health Authority of Agrigento and member of the scientific committee 'Eurocarni', he is the author and co-author of hundreds of scientific and non-scientific articles in national and international journals.