Industria del pomodoro e Stazione sperimentale di Parma, SSICA. Allarme rosso. #VanghePulite

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SSICA

La Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (SSICA), a Parma e ad Angri (Salerno), lavora da 99 anni al fianco dell’industria italiana del pomodoro.

Un servizio di Report ‘Conserve e buoi dei paesi tuoi’, trasmesso su Rai3 il 19.4.21, ha portato alla luce gravi anomalie nella gestione di SSICA degli ultimi anni, sollevando dubbi su appalti e bilanci.

L’allarme rosso riguarda però l’interruzione della ricerca scientifica che ha consentito alla Stazione sperimentale di identificare con certezza l’origine del pomodoro utilizzato nelle conserve. #VanghePulite.

SSICA, 99 anni di storia

SSICA, la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari, venne creata nel 1922 – come ente pubblico, al pari delle altre sette Stazioni sperimentali d’Italia (1) – con la funzione di promuovere il progresso tecnologico dell’industria conserviera alimentare italiana. Un ente di ricerca applicata che ha sempre fornito supporto alla filiera del pomodoro da industria e ai processi tecnologici per la sua trasformazione, che ha portato l’Italia al terzo posto al mondo (€ 4,7 miliardi il fatturato 2020 delle conserve di ‘rosso’ e legumi Made in Italy. Fonte ANICAV).

Nel 2003 SSICA è stata trasformata in ente pubblico economico. La privatizzazione ha riguardato solo il personale, da quel momento assunto non più per concorso pubblico (con contratti di settore ricerca) ma con assunzioni dirette (con contratti privati, CCNL Industria Alimentare). A maggio 2010, l’allora ministro Giulio Tremonti trasferiva alle Camere di Commercio (CCIA) la gestione delle 8 Stazioni sperimentali. SSICA veniva così trasformata in un’Azienda Speciale della CCIA di Parma.

SSICA, la Fondazione

Il 7.3.16 SSICA è stata poi trasformata in ‘Fondazione Nazionale di Ricerca per la Ricerca Internazionale’. Le funzioni rimangono invariate:

– ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale nella scienza applicata al settore produttivo della conservazione degli alimenti, e

– divulgazione dei risultati della ricerca mediante pubblicazioni, trasferimento di tecnologie, formazione, consulenza e servizi a favore delle imprese di settore.

Gli utili d’esercizio devono venire reinvestiti nelle attività di ricerca, nella diffusione dei loro risultati o nell’insegnamento. Il presidente, nominato dalla Camera di Commercio (CCIA) di Parma, partecipa al Consiglio di Amministrazione (CdA) con un consigliere di sua nomina e 3 consiglieri designati da Confindustria.

SSICA, il travaglio della ricerca

Nel 2018 il CdA di SSICA a trazione confindustriale nominava come direttore generale un manager dai precedenti burrascosi in Regione Veneto (2,3), Tiziano Baggio. Il quale, appena insediato, sopprimeva il Comitato scientifico interno (composto dai ricercatori e tecnici dell’Istituto). Nel 2019 Tiziano Baggio riorganizzava l’istituto con un organigramma non approvato dal CdA.

Il Dipartimento Conserve Vegetali veniva sottratto al coordinamento di Antonio Trifirò, ricercatore di fama internazionale, a cui si deve lo sviluppo dell’unico metodo di analisi capace di risalire all’origine dei pomodori utilizzati nelle conserve. (4) Affidandone la direzione a un laureato in scienze gastronomiche con laurea triennale, Luca Sandei. Il neo-costituito comitato scientifico esterno, a sua volta, non ha fornito alcun input all’innovazione nelle attività di ricerca.

Ricerca e analisi origine pomodoro, l’innovazione messa KO

A partire dal 2012 il Dipartimento Conserve Vegetali di SSICA – sotto la guida di Antonio Trifirò e grazie a un contributo della Fondazione Cariparma – aveva iniziato a studiare un metodo innovativo di analisi volto a identificare l’origine dei pomodori. La caratterizzazione dei suoli di quattro grandi aree di coltivazione (Italia, Spagna, Cina, USA – California), mediante analisi dei tenori di 26 minerali ivi presenti, ha consentito di riscontrare le rispettive matrici nei prodotti derivati dal pomodoro. Dopo 4 anni di ricerca – con analisi su 183 campioni ufficiali di conserve di pomodoro con origine nota, prelevati in diversi Paesi – i ricercatori hanno validato il protocollo analitico in due pubblicazioni scientifiche sottoposte a peer-review.

La ricerca, celebrata all’esordio con conferenze stampa e servizi televisivi, non ha però avuto alcun seguito operativo. Nessuna richiesta di analisi è provenuta da parte industriale. Nel 2020 un’organizzazione professionale (OP) del settore conserviero, contribuente di SSICA, ha chiesto l’esecuzione di indagini sull’origine del pomodoro in alcuni campioni di conserve Made in Italy prelevati sul mercato britannico.
Luca Sandei e Tiziano Baggio – dopo aver consultato il consigliere di riferimento e l’associazione di categoria ANICAV, (Associazione Nazionale Industriali Conserve Vegetali, Confindustria) – offrivano tuttavia riscontro negativo. Adducendo che il metodo analitico innovativo doveva venire ‘consolidato’. Allarme ‘rosso’?

SSICA, attività scientifica KO

La gestione di Tiziano Baggio, sotto la regia confindustriale e camerale, ha svuotato la ‘Fondazione Nazionale di Ricerca per la Ricerca Internazionale’ dell’attività scientifica che ne rappresenta, secondo le regole vigenti in UE e in Italia, la funzione istituzionale primaria. Registrandosi una sistematica dilapidazione del patrimonio umano, strumentale, di immagine ed economico dell’ente. A discapito dei quasi 7,5 milioni di euro di contributi versati ogni anno a SSICA dalle industrie e cooperative italiane di settore.

A conferma di quanto sopra, gli strumenti di laboratorio utilizzati per l’analisi dell’origine dei pomodori nelle conserve – uno dei quali è unico in Italia – sono stati messi da parte. Con seri dubbi sull’idoneità di manutenzioni e collaudi relegati a soggetti di incerta qualifica. Nel 2020 è stata altresì soppressa la storica rivista Industria Conserve, da sempre utilizzata per divulgare ai contribuenti i risultati scientifici delle ricerche portate avanti dalla Stazione sperimentale. In sua vece è stata introdotta una newsletter di carattere divulgativo, in stile gazzettino parrocchiale.

SSICA, spese pazze e altre anomalie

Il direttore di SSICA Tiziano Baggio – con l’avallo del Consiglio di Amministrazione, salvo estromettere il presidente Andrea Zanlari da ogni decisione – ha poi affrontato ‘spese pazze’, tra opere di ristrutturazione milionarie e assunzioni di personale. Il Collegio dei Revisori dei Conti ha segnalato diverse anomalie di gestione e funzionamento dell’ente. Tra queste la mancata redazione dei regolamenti (di organizzazione e funzionamento, amministrazione e contabilità) della SSICA e l’attribuzione al direttore generale Baggio di poteri in eccesso rispetto alle prescrizioni del codice civile e dello statuto.

Il collegio sindacale di SSICA – in difetto di riscontri da parte del direttore generale e del CdA – si rivolgeva perciò il 26.1.20 al prefetto di Parma. Il quale, a esito di breve indagine, intimava all’ente di adottare i regolamenti mancanti. Ma i regolamenti adottati dal CdA il 10.6.20 risultavano illegittimi e il prefetto – in difetto di riscontro alle richieste di modificare gli stessi, a fronte oltretutto del rischio di invalidità del bilancio chiuso il 31.12.19 – ordinava lo scioglimento del CdA di SSICA. Affidando all’ex-prefetto di Genova Fiamma Spena il ruolo di commissario straordinario, con incarico di provvedere in tal senso (decreto prefettizio 28.10.20, v. Allegato).

SSICA, commissariamento e guai irrisolti

La commissaria straordinaria – nei cinque mesi trascorsi dalla sua nomina e nonostante l’aiuto di consulenti e vice-commissari da lei nominati e lautamente pagati dalla SSICA e dai suoi iscritti – non è ancora riuscita ad adottare i citati regolamenti e ‘ripristinare il corretto funzionamento della Fondazione’, come ordinato dal Prefetto. Il compito è sicuramente complesso soprattutto per chi proviene da realtà lontane dal mondo scientifico. Come lo sono i burocrati ma anche i ‘manager’ a cui è stata affidata la gestione di SSICA dal 2008 a oggi. Un ente di ricerca dovrebbe infatti venire guidato da persone di spessore scientifico e non da burocrati o esperti di economia.

I guai irrisolti della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari – da 99 anni al servizio delle industrie e del sistema-Paese – vanno quindi al di là della sua esistenza e del contributo richiesto agli iscritti, che con le loro tasse contribuiscono per circa il 70% alle entrate dell’ente. Si deve guardare piuttosto alla sua efficacia ed efficienza rispetto agli obiettivi di ricerca pubblica in settori strategici come quelli delle conserve vegetali e animali (prosciutti e salumi, conserve ittiche). E chiedersi perché la sua attività scientifica sia stata boicottata da una gestione conflittuale tra Camere di commercio e associazioni confindustriali.

Conclusioni provvisorie

Nell’era di Horizon, Green Deal e Farm to Fork una delle eccellenze che per un secolo ha rappresentato a livello nazionale e internazionale la ricerca nel settore della trasformazione e della conservazione degli alimenti potrebbe offrire un supporto concreto alla resilienza, con focus sulle PMI, e alla transizione ecologica. Sulla scia di altre fondazioni nazionali di ricerca gestite da ricercatori, come l’Istituto Italiano per le Tecnologie (IIT) di Genova che è stato infatti diretto, dal 2005 al 2014, dall’ora ministro Roberto Cingolani.

L’attenzione dei media si sofferma sulla mala gestione dell’ente, con profusione di illeciti, in un periodo storico in cui esso dipende ex lege dai sistemi camerale e industriale in evidente conflitto. Ne consegue una crisi istituzionale ed economica che potrebbe anche condurre alla sua liquidazione. Rimane da chiedersi se il vero problema sia la tassa – che nessuno è mai felice di pagare, salvo poi beneficiare del sistema pubblico, come pandemia insegna – o se invece sia l’eccellenza del servizio. Una corretta gestione, che ora senza dubbio manca, potrebbe risolverli entrambi.

PS: allarme rosso (pomodoro)

Jean Baptiste Malet, autore del libro ‘Rosso marcio’ – nell’intervista rilasciata a Striscia la notizia il 26.4.18, su Canale 5 – riferiva che l’Italia è il primo importatore di derivati di pomodoro cinesi. (6) Imprese italiane del resto hanno portato in Cina i macchinari e lo know-how per lavorare i pomodori da industria.

Il giornalista francese riferisce di avere riscontrato in Asia produzioni di bassa qualità, utilizzo di prodotti agrochimici vietati in Europa e lavoro minorile nella raccolta dei pomodori. Il suo libro, tradotto in 8 lingue, è stato ritirato dall’editore italiano Piemme (gruppo Mondadori) a seguito delle pressioni e del successivo accordo con la Giaguaro S.p.A. di Sarno (SA) che vi è citata. (7)

Certo è che se la SSICA riprenderà a funzionare come dovuto, basteranno semplici analisi delle conserve di pomodoro sul mercato per prevenire scandali come quello di recente occorso a Petti e contrastare altre frodi a tutt’oggi impunite (8,9). Una possibile spiegazione?

#VanghePulite.

Dario Dongo

ALLEGATO Decreto del Prefetto di Parma 28.10.20 

Note

(1) Le otto Stazioni sperimentali presenti in Italia si occupano rispettivamente di:
– carta, cartoni e paste per carta (SSCCP),
– vetro (SSV),
– combustibili (SSC),
– industria delle conserve alimentari (SSICA),
– industria delle pelli e delle materie concianti (SSIP),
– seta (SSS),
– industrie degli oli e dei grassi (SSOG),
– industrie delle essenze e dei derivati dagli agrumi (SSEA)
(2) Marco Bonet. Conflitto d’interessi, parla Baggio: «Porto il mio caso ai magistrati». Corriere del Veneto. 20.5.15, https://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2015/20-maggio-2015/conflitto-d-interessi-parla-baggio-porto-mio-caso-magistrati-2301407670389.shtml

(3) Nomine e sussurri dai palazzi veneti sui super dirigenti. Il Corriere di Vicenza. 16.12.15, https://www.ilgiornaledivicenza.it/oltre-vicenza/veneto/nomine-e-sussurridai-palazzi-veneti-sui-super-dirigenti-1.4512170

(4) Dario Dongo. Conserve, basta un’analisi a rivelare l’origine del pomodoro. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.6.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/innovazione/conserve-basta-un-analisi-a-rivelare-l-origine-del-pomodoro

(5) Contributi e gestione: l’occhio di Report sulla Ssica di Parma. La Repubblica, Parma. 23.4.21, https://parma.repubblica.it/cronaca/2021/04/23/news/report_ssica-297697444/

(6) Jean Baptiste Malet. L’Empire de l’or rouge (Fayard, 2017). Testo originale in lingua francese in vendita da FNAC su https://livre.fnac.com/a10307817/Jean-Baptiste-Malet-L-Empire-de-l-or-rouge.

Il documentario The Empire of red Gold (Xavier Deleu & Jean-Baptiste Malet, 2017) è disponibile su Vimeo. V. https://vimeo.com/ondemand/theempireofredgold

(7) Mark Williams. It’s Banned Books Week. Spare a thought for a French book banned in Italy this year. The news publishing standard. 24.9.18, https://thenewpublishingstandard.com/2018/09/24/its-banned-books-week-spare-a-thought-for-a-french-book-banned-in-italy-this-year/

(8) Dario Dongo. Conserve di pomodoro Petti, frode in commercio. Maxi-sequestro dei RAC. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.4.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/conserve-di-pomodoro-petti-frode-in-commercio-maxi-sequestro-dei-rac

(9) Pomodorini del Piennolo DOP con succo alieno? Risponde l’avvocato Dario Dongo. FARE (Food & Agriculture Requirements). 5.7.20, https://www.foodagriculturerequirements.com/archivio-notizie/domande-e-risposte/pomodorini-del-piennolo-dop-con-succo-alieno-risponde-l-avvocato-dario-dongo

Alfonso Piscopo
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Veterinary Director of the Provincial Health Authority of Agrigento and member of the scientific committee 'Eurocarni', he is the author and co-author of hundreds of scientific and non-scientific articles in national and international journals.