Lotta a obesità e sovrappeso, in Europa solo chiacchiere. Il Libro bianco della Commissione europea per una strategia europea su Nutrizione, Sovrappeso, Obesità e questioni sanitarie correlate (1) ha ormai compiuto i dieci anni. Ed è un caso unico di fallimento delle politiche europee, che a dire il vero erano state infatti programmate solo a livello teorico.
La Piattaforma europea per l’azione (un eufemismo) su dieta, attività fisica e salute si è a sua volta rivelata essere del tutto inidonea ad affrontare il problema.
Il problema – evidente forse solo ai nostri occhi, oltreché all’Organizzazione Mondiale della Sanità – è rappresentato dall’incidenza endemica in Europa di obesità, sovrappeso e malattie correlate. Malattie come le patologie cardiovascolari, a tutt’oggi causa primaria di mortalità prematura. E il diabete di tipo 2, che mina la salute della popolazione a partire dall’età più giovane. Con conseguenze drammatiche sulla qualità della vita, i costi sociali e quelli di sanità pubblica. (2)
Le misure per arginare la crisi sono ben note, e devono venire attuate sui vari fronti di:
1) divieto di marketing di cibo-spazzatura (alimenti e bevande squilibrati dal punto di vista nutrizionale). Con rigore, soprattutto nella pubblicità rivolta ai minori, e al social marketing del c.d. junk food. Vale a dire alla sua promozione su internet, canali di video-sharing e social network,
2) tassazione di scopo (i cui proventi siano cioè destinati a investimenti pubblici volti a mitigare il problema, es. educazione alimentare, promozione dell’attività fisica e dell’esercizio sportivo). Su bevande zuccherate e junk-food in generale,
3) programmi di educazione pubblica alla nutrizione, nelle scuole anche primarie come nei presidi medici di base. Oltreché mediante etichette a semaforo, e la c.d. pubblicità progresso. La quale dovrebbe sostituire la pubblicità del cibo-spazzatura, sui social network e i canali di video-sharing soprattutto.
Big Food è riuscita a distrarre gli interlocutori della Piattaforma europea (EU Platform for Action on Diet, Physical Activity and Health). All’ultima riunione, a marzo 2017, per contrastare ogni idea di limiti al marketing to kids o di tassazione, ha dichiarato di aderire all’idea di applicare le etichette a semaforo sui propri prodotti.
Il Consiglio degli Stati membri, da ultimo, ha rassegnato le sue Conclusioni ‘per contribuire a fermare l’aumento del sovrappeso e dell’obesità infantili‘. Ancora una volta in Europa solo chiacchiere, a servizio delle grandi lobby.
Chiacchiere di ampio respiro, che toccano le disuguaglianze sociali e l’allattamento al seno, le etichette a semaforo e il social marketing. Ma in concreto, nulla. Solo inviti e raccomandazioni a Stati membri e Commissione. E conferme di fiducia verso le iniziative volontarie di Big Food. La quale così prosegue indisturbata l’assalto al cyber-spazio, per meglio imprimere il falso bisogno di junk-food nelle coscienze dei nostri minori.
Tifiamo rivolta!
Dario Dongo
Note
(1) Cfr. http://ec.europa.eu/health/ph_determinants/life_style/nutrition/documents/nutrition_wp_en.pdf
(2) Secondo gli ultimi dati, le malattie causate da diete squilibrate incidono in media fino al 30% sui costi della sanità pubblica negli Stati membri UE
Veterinary Director of the Provincial Health Authority of Agrigento and member of the scientific committee 'Eurocarni', he is the author and co-author of hundreds of scientific and non-scientific articles in national and international journals.