Al Forum “Coltiviamo il Futuro. La nuova Politica Agricola Comune per l’Italia” si è discusso del merito di una riforma che modifica in maniera sensibile la proposta della Commissione Europea e che si prefigge l’obiettivo di renderla meno burocratizzata, più flessibile e più vicina agli agricoltori in Europa.
Fa notare il Presidente, Paolo De Castro, che investire nel settore “è cruciale non solo per sconfiggere fame e povertà, ma più in generale per affrontare le sfide della nuova scarsità”.
Per una nuova Politica Agricola Comune non serve, ha spiegato, soltanto intensificare gli investimenti, anche privati, in sviluppo, infrastrutture rurali e istruzione nelle aree più povere del pianeta, ma anche tornare a finanziare la ricerca nei popoli più ricchi. Oggi sono Cina e Brasile a trainare la spesa per le ricerche sull’agricoltura, Paesi protagonisti di un balzo in avanti nella propria emancipazione e verso i quali, in Europa, si guarda con grande attenzione.
“Va anche sostenuto – spiega il rappresentante italiano in Europa – lo sforzo che la Fao sta compiendo per il miglioramento della governance. Si tratta di un’azione prioritaria, anche quando si parla di Politica Agricola Comune, per distinguere tra l’investimento che porta crescita e quello votato al saccheggio delle risorse naturali, in primis della terra”.